Il bassista è morto di cancro

Lemmy e una generazione rock che ci sta dando il suo commiato

Lemmy e una generazione rock che ci sta dando il suo commiato
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Aprire i social network ieri e oggi significa leggere una cosa sola: «Addio Lemmy!». La notizia ha fatto il giro del mondo in un attimo: è scomparso il bassista e cantante dei Motörhead, celebre band rock metal che negli anni Settanta e primi Ottanta ha scritto la storia del genere. All’anagrafe Ian Fraser Kilmister aveva settant’anni; è morto a Los Angeles «dopo una breve battaglia contro una forma aggressiva di cancro». Pur non essendo più un ragazzo, Lemmy non stava dando alcun segno di cedimento con i suoi Motörhead: nel 2015 avevano pubblicato un disco, Bad Magic, il ventiduesimo in 40 anni di storia, e si accingeva a iniziare un lungo tour nel gennaio 2016.

 

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La celebrazione sui social. La notizia è stata data dalla band britannica su Facebook: il cantante ha scoperto della sua malattia solo il 26 dicembre, mentre si trovava a casa con la famiglia. Nel giro di un paio di giorni il cancro l’ha consumato fino alla morte. Appena il mondo è venuto a sapere della triste notizia, è iniziata una celebrazione collettiva. I giornali, i siti web e i telegiornali lo hanno salutato, ma anche moltissime persone sulle proprie pagine social hanno iniziato a condividere canzoni dei Motörhead, seguendo il consiglio della band: «We will say more in the coming days, but for now, please … play Motörhead loud, play Hawkwind (altro gruppo di Lemmy, ndr) loud, play Lemmy’s music LOUD. Have a drink or few. Share stories. Celebrate the LIFE this lovely, wonderful man celebrated so vibrantly himself. HE WOULD WANT EXACTLY THAT» («Fate suonare i Motörhead ad alto volume […]. Fatevi una bevuta. Condividete storie. Celebrate la vita che questo amabile, meraviglioso uomo ha a sua volta celebrato in modo così vibrante. Lui avrebbe voluto esattamente questo»).

L’abbraccio dei fratelli rocker. Non si sono fatti attendere i messaggi di cordoglio di altre rockstar: Ozzy Osbourne si è riferito a lui come «uno dei miei migliori amici»; Gene Simmons e Paul Stanley dei KISS gli hanno dato l’estremo saluto; King Diamond ha parlato di «un giorno triste»; Geezer Butler dei Black Sabbath ha detto che «abbiamo perso una vera, vera leggenda». La lista è interminabile: Fred Durst (Limp Bizkit), Nikki Sixx (Motley Crue), Dave Mustaine (Megadeth), Phil Anselmo (Pantera, Down), Krist Novoselic (Nirvana), Joey Kramer (Aerosmith), Amy Lee (Evanescence) e tantissimi altri. Alcuni hanno postato delle loro foto in compagnia di Lemmy; il leader dei Motörhead non era una leggenda solo per i fan, ma anche per le altre rockstar. Ha aperto la strada, insieme a poche altre band seminali come Black Sabbath e Led Zeppelin, all’affermazione definitiva del metal negli anni Ottanta. Per questo motivo tutta la comunità dei musicisti di questo genere ha voluto celebrarlo: era un vero nume tutelare di questo mondo.

 

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Il commiato di una generazione. Una volta le rockstar morivano al culmine della loro celebrità: come Jim Morrison, Jimi Hendrix e Janis Joplin, che ci hanno lasciato giovanissimi per abusi di droghe e alcol. Ma molti sono sopravvissuti ai tanti e reiterati eccessi del mondo del rock. Una generazione intera è invecchiata, spesso cercando di mantenersi giovane nell’immagine, ma dovendo fare inevitabilmente i conti con il tempo che passa e le ferite che restano. Così, negli ultimi anni, l’elenco dei decessi celebri nel mondo della musica si è allungato parecchio. Quelli che erano sulla cresta dell’onda negli anni Sessanta e Settanta sono arrivati ormai ai 70, 75 anni. Ormai si parla del rock in tv o sui giornali generalisti quasi solo quando muore qualcuno; lo scenario musicale, soprattutto quello mainstream, si è allontanato parecchio da questi lidi, ma la generazione di Lemmy e soci si è ormai guadagnata l’immortalità. E quindi, di volta in volta, il mondo intero tributa grandi onori alle rockstar che ci salutano. Il commiato di questa mitica generazione sarà lungo, e farà versare lacrime a moltissimi fan che continuano ad amare Aces of Spades anche dopo 40 anni.

 

https://youtu.be/eBIa0o36pPo

 

Negli ultimi tre anni. Ecco alcuni grandissimi della musica che ci hanno lasciato negli ultimi tempi. Poche settimane fa ci salutava Scott Weiland, cantante degli Stone Temple Pilots e dei Velvet Revolver; uno degli addii più sofferti fu quello a Lou Reed, il 27 ottobre 2013: con lui se ne andava un pilastro decisivo della storia del rock. Nello stesso anno scompariva Ray Manzarek, tastierista dei Doors; il 29 e il 30 marzo 2013 segnarono la fine di Enzo Jannacci e Franco Califano. Roberto “Freak” Antoni degli Skiantos fu salutato con commozione nel febbraio 2014. Negli stessi giorni ci salutava Francesco Di Giacomo, cantante del Banco del Mutuo Soccorso; nel luglio 2014 Tommy Ramone, della grande band punk rock. Il 2015 si è aperto in modo terribile per noi italiani con la scomparsa di Pino Daniele; pochi giorni dopo Demis Roussos, a maggio il celebre bluesman B. B. King, a giugno l’attore e metallaro Christopher Lee e il prodigioso bassista degli Yes, Chris Squire.

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