Nostalgia e ricordi in un hashtag

Perché tutti danno l’addio a Mtv

Perché tutti danno l’addio a Mtv
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Un sussulto di nostalgia e dei 15 anni di tanti c’era già stato a inizio agosto, quando era diventata ufficiale l’acquisizione da parte di Sky Italia del canale 8 del digitale terrestre, ovvero di Mtv Italia, il canale di musica per eccellenza. Con una nota diffusa il 7 gennaio da Media Comunicazione, quello strano misto di malinconia e nostalgia è tornato a galla. Poche righe, ma abbastanza chiare: «Ultimo passaggio per il rebranding dell’ex canale musicale, diventato generalista e poi passato a Sky Italia. Domani mattina, 8 gennaio 2015, dalle 6 partirà la nuova programmazione con nuovi promo e ident. Oltre, che, ovviamente, nuovo logo». Il sito ha spiegato che, molto probabilmente, Mtv (diventato Mtv8 a settembre) avrebbe cambiato definitivamente nome in Tv8, come «suggerito anche dal dominio www.tv8.it, che risulta di proprietà di Sky Italia». In realtà, in serata, una nuova nota su Media Comunicazione ha smentito il cambio del nome del canale, precisando che fonti interne hanno parlato di un restyling del canale e non di un rebranding. In realtà, però, poco cambia: Mtv Italia, per come l’abbiamo conosciuta, non esisterà più. E questa presa di coscienza, unita alla notizia, ha invaso i social con l’hashtag #AddioMtv, diventato tendenza in pochi istanti, con migliaia di ex adolescenti che hanno sfogato su Twitter il dispiacere per la fine di un’esperienza che, in qualche modo, ha segnato la loro crescita.

 

 

C'era una volta Mtv, quella vera. Non c’è da stupirsi per questo moto di nostalgia generale: Mtv ha cresciuto una generazione a suon di buona musica, interviste, programmi diventati cult e giovani vj trasformatisi in volti noti del piccolo e grande schermo. Anche se va detto che in realtà Mtv, o meglio, quella Mtv non esiste più da tempo (sebbene ad oggi, tolto il canale 8, restino ben quattro canali marchiati Mtv: Hits, Rock, Next e Music). L’acquisizione da parte di Sky Italia, con l’aggiunta nella programmazione del canale di diversi format ed esclusive della rete satellitare (come ad esempio la MotoGP e le partite di Europa League), hanno solo completato un’opera di metamorfosi in atto da tempo. Come ha spiegato bene TvBlog, i programmi che hanno segnato un’epoca e una generazione (la cosiddetta “Mtv Generation”) e la musica a ogni ora sono oramai un ricordo. Per questo, forse, il rebranding e non solo il restyling del canale avrebbe avuto più senso: perché snaturare un marchio con una storia importante alle spalle rendendolo solamente la sbiadita copia di ciò che fu? A questo punto tanto vale farlo trasformarlo realmente in qualcosa di diverso.

 

 

Cos'è stata Mtv per tanti. Perché chi ha vissuto l’epoca d’oro di Mtv, quei dieci anni circa compresi tra il 1997 e il 2007, sa che il canale 8 è stata veramente un’officina di innovazione televisiva, sia nei format che nei volti. Chi in quell’epoca ha vissuto appieno il suo boom ormonale e l’avanzare implacabile dell’acne (alias, l’adolescenza), sa bene cos’è stata Mtv. Che non era e non è quell’agglomerato di format tra il trash e il kitsch di oggi (da Jersey Shore a tutti gli altri Shore, passando per 16 anni incinta), ma un piccolo laboratorio in cui si sperimentava, si osava, talvolta si falliva ma spesso si vinceva. Come hanno vinto più o meno tutti quelli che in Mtv Italia hanno ricoperto il ruolo di vj, diventati oggi volti noti dello spettacolo italiano: Giorgia Surina, Ferico Russo, Andrea Pezzi, Daniele Bossari, Kris & Kris, Fabio Volo, Alessandro Cattelan, Paolo Ruffini, Victoria Cabello, Camila Raznovich, Enrico Silvestrin, Valeria Bilello, il “Nongio” Mandelli e tanti tanti altri. E un po’ tutti noi sognavamo di diventare vj. Perché era figo ma soprattutto perché «faceva figo». Perché ti permetteva di divertirti e pure di incontrare quelle che, al momento, erano le più grandi star internazionali della musica.

Ma anche senza essere vj, Mtv regalava il sogno dell’incontro con l'idolo musicale del momento a tutti quanti. Merito soprattutto di programmi quali TRL: i 10 video musicali del momento più votati via sms dai telespettatori, e neppure si contano più le ricariche mandate in fumo per fare in modo che Robbie Williams superasse una volta per tutte Britney e i Blue nella top 10. Ma TRL, in particolare quando trasmetteva dalla terrazza su piazza Duomo a Milano, aveva sempre ospiti di tutto rispetto, che riempivano a dismisura la sottostante piazza di ragazzine urlanti e ragazzini affascinati. E poi c’erano le interviste, che erano tutto fuorché interviste di poco conto: Andrea Pezzi, nel suo Kitchen, ha portato ospiti di ogni genere, regalando un volto nuovo all’idea di talk show, che allora, nell'italiano medio, si limitava al Costanzo Show e a Porta a Porta. Su quella falsariga arrivò poi Very Victoria della Cabello, ad esempio. E come dimenticare Loveline, dove la Raznovich e un sessuologo illustravano, con dovizia di particolari, tutti i temi più scottanti della sessualità ai giovani. Qualcosa di incredibile e rivoluzionario.

 

 

La musica a tutti. Mtv è stata tutto questo, ma anche e soprattutto musica. Musica a ogni ora, da ogni latitudine (soprattutto americana, of course) e di ogni tipo: si partiva con quella “di una volta” la mattina, si passava ai tormentoni nel pomeriggio, si chiudeva con la musica ritenuta più alternativa e meno mainstream la sera, con programmi quali Brand New. E c’era anche tanta, tantissima musica dal vivo, con gli Mtv Days, cioè giorni interamente dedicati a un artista, che poi, in prima serata, si esibiva in un live affascinante, contornato dall’intervista di un Enrico Silvestrin che faceva girare la testa a tutte le ragazzine. Non era particolarmente bello, ma era «un tipo», uno di quelli per il quale anche ogni mamma avrebbe perso la testa. C’era anche tanta comicità non banale, fuori dagli schemi, giovane, per qualcuno volgare ma che a confronto dei cinepattoni pareva scritta dall’Accademia della Crusca. Poi, lentamente, sono arrivate anche le serie tv, ma pure quelle, sebbene togliessero spazio alla musica e ai volti a cui volevamo tanto bene, riuscivano a conquistarci. Scubs non vi dice niente?

 

 

Ora, andando sul canale 8 del digitale terrestre, cosa ritrovate di tutto questo? Assolutamente nulla. E parlandone con i 18enni di oggi, i 25enni si sentono già vecchi, vittime di un implacabile nemico, il tempo, ma anche fortunati per aver avuto la possibilità di crescere con al fianco una realtà televisiva un po’ migliore di quella odierna e un po’ più aperta del Carosello che sta tanto a cuore ai più grandi. Per questo non stupisce il successo di #AddioMtv: la musica è cambiata ed è difficile pensare che ne arriverà altra così tanto coinvolgente.

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