Lo hanno cercato tutti i giornali

La situazione in Corea del Nord spiegata dall’esperto Antonio Razzi

La situazione in Corea del Nord spiegata dall’esperto Antonio Razzi
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Il nuovo anno s’è aperto con l’annuncio della Corea del Nord di Kim Jong-un: il 6 gennaio il Paese avrebbe testato una bomba all’idrogeno (o bomba H), ovvero un ordigno centinaia di volte più potente della bomba atomica. Nonostante il programma nucleare nordcoreano sia avvolto nel segreto, la comunità internazionale ha una serie di informazioni che portano ad essere scettici sulle dichiarazioni del regime che l'ordigno testato fosse effettivamente una bomba H. L’unica certezza è che il 6 gennaio, all’1.30 (orario Utc), l'organizzazione internazionale che presiede la Commissione preparatoria per la messa al bando totale dei testi nucleari (Ctbto) ha registrato un evento sismico del tutto simile a quello registrato il 12 febbraio del 2013 nell’area utilizzata dalla Corea del Nord per i test nucleari. Se poi sia veramente una bomba H, la più potente al mondo, la bomba fatta esplodere nell’area è praticamente impossibile saperlo.

 

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Un caso per un esperto. Certamente però la notizia ha aperto un caso, con la politica internazionale che ha rivolto tutte le sue attenzioni a quel piccolo (ma pericoloso) Paese orientale. Capire la questione non è semplice, sono molte le domande legate sia al presunto test sia ai motivi che avrebbero indotto la Nord Corea a realizzarlo, oppure soltanto a fingere un test di questo tipo. Domande che riassume e a cui dà illuminanti risposte un articolo de L’Espresso. Certo è che per tentare di sbrogliare la matassa, la cosa migliore da fare sia chiedere lumi a chi di politica internazionale ne sa. Ed è quello che hanno fatto molti giornali in questi giorni, che hanno contattato il massimo esperto di Nord Corea in Italia. No, non stiamo parlando di Massimo D’Alema, considerato uno dei massimi esperti di diplomazia tra i politici italiani, e nemmeno dell’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentilon. Men che meno di Gabriele Iacovino, capo del Centro studi internazionali. Stiamo parlando del senatore Antonio Razzi.

Conosciuto per il suo italiano zoppicante e per la meravigliosa imitazione che di lui fa Maurizio Crozza, in realtà, politicamente parlando, Razzi s’è contraddistinto soprattutto per essere il “portavoce” nel nostro Paese della Corea del Nord e del suo giovane dittatore, il «moderato» e «portatore di democrazia» (Razzi dixit) Kim Jong-un. I viaggi in Corea del senatore non si contano più, tutti tesi a tributare solidarietà e ammirazione per una terra «assolutamente lontana dalla dittatura. È una Svizzera d’Oriente, con strade belle e molto pulite. Lì puoi andare tranquillo, nessuno ti tocca. Mica è Roma. Forse è la nazione più sicura che conosca». Normale quindi che il primo politico ad essere stato interpellato dopo i fatti sia stato lui.

 

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«Macché pericolo, vogliono solo difendersi». Su Vanity Fair, Razzi ha sminuito l’accaduto: «Non lo so se è vero o no. Ma io, finché non vedo, non credo». Posizione ribadita all’Ansa: «I terremoti capitano ovunque nel mondo e con tutte le esplosioni che ci sono ogni giorno, chi può dire con certezza di chi sia la responsabilità?». Eppure ad annunciare il test è stato proprio il governo di Pyongyang… «Essendoci stato il terremoto, è probabile che loro ne hanno approfittato per dire: “È stata la bomba”» spiega Razzi. Che in ogni caso ci tiene a precisare una cosa: «Penso che qualsiasi nazione che debba difendere i propri cittadini può affidarsi a certe “soluzioni”». Traduzione: la Corea del Nord è al centro di molte minacce ed è giusto che pensi alla difesa del proprio popolo. Ma se fino a quel momento si era abbastanza contenuto, Razzi il meglio di sé lo dà in ambienti, anche mediatici, più informali e adatti al suo istrionico carattere. Per questo le dichiarazioni migliori le ha destinate agli “amici” Giuseppe Cruciani e David Parenzo, conduttore e coconduttore del programma radiofonico di Radio24 La Zanzara.

Razzi, intervistato sull’argomento, ha detto: «Son tutte puttanate. I nordcoreani non vogliono assolutamente buttare la bomba su qualche altra nazione, ma vogliono difendere il loro Paese. E ce l’hanno bella chiusa a chiave in cantina, non la useranno. Kim Jong-un è una bravissima persona, fossero tutti come lui. Puoi tranquillamente stringergli la mano e serenamente parlarci. Ma poi non c’è bisogno di parlare male di lui in Corea, perché se uno è bravo è bravo. Lui fa tutto, specialmente per i ragazzi giovani. Lì lavorano tutti, non ne vedi uno a spasso. Non c’è assolutamente disoccupazione, sono tutti molto ospitali, gentili, precisi, puliti e sempre col sorriso. Non li vedi mai incazzati». Nulla di nuovo per l’uomo che arrivò a smentire le Nazioni Unite, che avevano affermato la presenza di campi di prigionia in Corea del Nord: «Macché campi di prigionia, al massimo ci sono serre di pomodori grandissime, mai viste così grandi. Saranno quelle, le scambiano per lager».

 

Consiglio Nazionale Pdl

 

«Incontrerò il loro ambasciatore. Farò da mediatore». Normale che allora sia un uomo con tali agganci e tale forza diplomatica a tentare di risolvere la situazione venutasi a creare dopo il 6 gennaio. A tutte le testate che l’hanno intervistato, infatti, Razzi ha annunciato che lunedì 11 gennaio «incontro l’ambasciatore nordcoreano, che verrà nel mio ufficio e mi informerà di tutto. E sempre lunedì incontrerò, alle 15, l’ambasciatore della Mongolia, perché la Mongolia e la Corea del Nord sono molto vicine, hanno buoni rapporti diplomatici. Io sono disposto a fare da mediatore per l’Onu e a dialogare tranquillamente per loro. A me non spaventa proprio nessuno. Posso parlare con Kim, che è il presidente della Repubblica, e col segretario generale del Partito dei Lavoratori: tutte persone che con me sono bravissime. Io mi rendo disponibile perché, come ha detto anche l’amico Matteo Salvini, “tu sei l’unico che ha buoni contatti”. Bisogna parlarsi e parlarne». Nessuna iniziativa piovuta dall’alto, bensì «una mia iniziativa politica, lo incontro per miei buoni rapporti diplomatici e perché, voi giornalisti lo sapete benissimo, ogni tanto qualcuno spara delle cazzate. Allora prima che dicano qualcosa di non giusto, preferisco capire di persona. Perché con me si confidano volentieri, perché sono un amico e allora se c’è qualcosa, me lo diranno». Ora siamo tutti un po’ più tranquilli.

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