Dal sogno europeo alle paure Ma ora serve unità (e mercato)

Dal sogno europeo alle paure Ma ora serve unità (e mercato)
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L’Atalanta è in difficoltà, arriva da quattro sconfitte consecutive e sabato al Comunale di Bergamo c’è l’Inter. Di motivi per sorridere non ce ne sono, la situazione è grave, ma questo è il momento di stare ancora più vicini alla squadra. In casa nerazzurra tutti hanno ormai chiara la circostanza, dal presidente Percassi all’ultimo dei tifosi: è un momento davvero complicato.

 

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Dai sogni alle paure, reazione normale. Dopo la rete del raddoppio di Pavoletti, dalla tribuna si è sentito più di un grande lamento. Qualche fischio è piovuto anche al termine della gara, sebbene la Curva abbia cercato di sostenere fino all'ultimo Denis e compagni. Gli umori della piazza, oggi, non sono affatto positivi. D’altronde, è difficile pensare a qualcosa di diverso. Dopo il triplice schiaffo al Palermo dello scorso 6 dicembre si parlava di sogno europeo. Poco più di un mese dopo eccoci qua: i discorsi hanno assunto tutt'altro tono. In casa del Chievo (era il 13 dicembre), i nerazzurri hanno perso la prima delle quattro partite che adesso mettono apprensione, col timore di trovarsi in costante declino. La reazione della gente è normale, passare da sogni di gloria a perdere in continuazione è molto brutto, tuttavia occorre guardare con grande serenità alla realtà. I giocatori fanno fatica, la squadra non gira e i risultati sono negativi: il momento di stringersi attorno al gruppo è questo, e sabato c’è una grande occasione per farlo.

 

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Squadra svuotata e spenta, urge grande prestazione. Vedere l’Atalanta non riuscire a tirare mai verso la porta del Genoa (squadra con una difesa colabrodo) è stato frustrante. I giocatori hanno corso ma lo hanno fatto male, davanti non c’era appoggio, troppo spesso non si è rischiata la giocata, e la soluzione più facile (il passaggio indietro) è stata l’unica a disposizione. Senza calcare troppo la mano sui singoli - le prestazioni le abbiamo viste tutti - c’è un segnale comune che è arrivato forte e chiaro dalla domenica vissuta allo stadio: il gruppo appare svuotato e spento, e ciò non può essere solo colpa della partenza di Moralez.

Ma sabato a Bergamo arriva l’Inter, squadra seconda in classifica che ha dominato il campionato vincendo quasi solo 1-0, magari pur non meritando sempre. La sfida assomiglia molto a quella contro il Napoli dell’anno scorso: sulla carta ci sono tutti i presupposti perché si possa arrivare ad un nuovo stop, ma mai come questa volta Bergamo e la gente della Dea hanno bisogno di una grande prova. Carattere, grinta, sudore e agonismo allo stato puro: che la squadra sappia giocare bene lo ha dimostrato, ora è il momento di vedere in campo 11 indemoniati.

 

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Si gira a 24 punti, risultato comunque molto buono. Chi sognava l’Europa, forse non sarà d’accordo. I più critici possono dire che in un campionato con Frosinone e Carpi non si può guardare con soddisfazione alla sola permanenza in Serie A. Tuttavia gli obiettivi della società sono sempre stati chiari: prima di tutto, la salvezza senza grossi patemi. L’Atalanta gira a metà campionato con 24 punti già in saccoccia e il risultato, va detto senza mezzi termini e nessuna paura, è comunque molto buono. La squadra di Reja ha vinto 7 volte, il problema vero è che si è perso troppo spesso (9 gare, quasi la metà di quelle disputate) e bastavano 3-4 pareggi in più (mica chissà cosa) per parlare di grande campionato anche oggi.

Le 4 sberle consecutive offuscano in modo netto un ruolino di marcia che per lunghi tratti ha lasciato l’Atalanta quasi in vetta alla classifica dei gol subiti in casa. Oltretutto, i nerazzurri fino ad inizio dicembre costruivano un sacco di palle gol e segnavano troppo poco, dando comunque la sensazione di poter sempre far male, mentre oggi sembra di essere improvvisamente tornati alle enormi difficoltà vissute nell’ultimo scorcio del periodo colantuoniano. Ribadiamo il concetto, dalla certezza dei numeri si può cercare un ulteriore motivo di fiducia: se ad agosto avessero pronosticato un girone di andata con 24 punti e 9 lunghezze di vantaggio sulla serie B, tutti avrebbero messo la firma.

 

Atalanta-Genoa

 

Tre colpi in arrivo, prossime ore decisive. Tuttavia, non si può fare a meno di guardare ciò che il campo dice, sicuramente guardato con attenzione pure dalla società. Per chiudere velocemente la pratica salvezza, per provare a confermarsi nella parte sinistra della classifica ma soprattutto per gettare basi solide e concrete per il prossimo futuro a medio termine urgono interventi importanti sul mercato. I dirigenti atalantini, con il direttore tecnico Giovanni Sartori in testa, stanno lavorando alacremente per trovare le pedine giuste e le ultime sconfitte hanno accelerato un po’ i tempi.

Arriveranno un centrocampista interno con caratteristiche d’inserimento, un nuovo esterno d’attacco che possa fare anche subito il titolare giocandosi una maglia con D’Alessandro e un attaccante nuovo di zecca. Non si tratterà di tappabuchi o di giocatori d’esperienza: l’Atalanta ha visionato nei mesi scorsi diversi profili e si tratterà di giocatori relativamente giovani (23-24 anni) ma con esperienza in campionati di Serie A (non italiana) e quindi in grado di reggere subito il confronto con la dura realtà del nostro calcio. Di nomi non ne filtrano, qualcuno potrebbe già essere uscito, ma diversi altri non sono ancora trapelati. La sostanza è che il confronto tra i massimi livelli orobici è costante, e a stretto giro di posta sono attese novità importanti. Mister Reja lavora con gli uomini che ha a disposizione ma aspetta rinforzi, soprattutto oggi mancano alternative in grado di variare il tema tattico del match. In attesa di novità, bisogna fare quadrato e stare vicini alla squadra.

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