Bergamospia (si dice, non si dice) E la Lega veste Gori da sceicco

Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.
Il “no!” di Angeloni non calma Belotti
Sotto le mura “spunta” lo sceicco Gori
L'assessore Giacomo Angeloni assicura su Facebook che a Bergamo non si costruirà la più grande moschea d'Europa, come vorrebbe l'Ucoii. Il «no!» secco di Angeloni, accompagnato dalla sottolineatura «serve una struttura di dimensione cittadina» (concetto ribadito più tardi in una nota ufficiale del Comune) non basta per tranquillizzare Daniele Belotti, che contrattacca dal social network postando un fotomontaggio di Gori vestito da sceicco. Sullo sfondo, il profilo di Città Alta arricchito dai minareti. «Con un sindaco che si inchina alla Mecca e un assessore che insiste nel volere una moschea a Bergamo – maligna Belotti -, il rischio che la città di Papa Giovanni diventi un luogo simbolo per i barbuti di Maometto è purtroppo reale...». Il segretario leghista va oltre, gettando scompiglio tra i ranghi cattolici. «Spero che i diversi parroci che mi hanno espresso, in via riservata, la loro delusione per questo continuo inchinarsi di alcuni vertici clericali verso chi predica l'odio verso i cristiani, facciano sentire la loro voce in modo chiaro e forte.... Non è dando spazi negli oratori o nelle strutture della diocesi agli islamici che si salva la chiesa, anzi!». Intanto, nella moschea di via Cenisio scoppia una rissa tra opposte fazioni: carabinieri e polizia intervengono in forze per riportare la calma. La tensione insomma cresce, mentre anche l'Eco si interroga sui soldi provenienti dal Qatar, forse l'aspetto più inquietante dell'intera vicenda. Andrea Valesini sottolinea che il «Qatar non è un Paese qualsiasi, con l'Arabia Saudita è il portabandiera del wahabismo, la declinazione più settaria dell'Islam». Sante parole, visto che altrove i denari del petroislam hanno finanziato luoghi di preghiera dove ha messo radici il fanatismo integralista. Meglio tenere gli occhi aperti. Anzi, spalancati.
La perplessità del finto Bowie.
E la ruvida solidarietà di Bergamo & Sport
L'errore dell'Eco ha sorpreso persino lui, il finto David Bowie. Quando si è visto sbattuto in pagina al posto del vero Duca Bianco, l'imitatore Kaspar Capparoni ha scritto su Facebook: «Voglio sperare che sia stata un'accidentale svista!!! La cosa è grottesca». Aggiungendo poi, commentando la notizia che rimbalzava sui siti Internet: «Mah, che dire...». Perplesso, Capparoni. Nemmeno lui pensava di essere così bravo.
Intanto l'Eco incassa la “piena” (e ruvida) solidarietà di Bergamo & Sport, che con un titolo elegante spiega: «Minchiate ne facciamo tutti». L'incauto redattore dorma pure tranquillo.
I bresciani condannano la bomba anti atalantina
E Ferrario riflette: «Fanatici. Anzi, no, solo cretini»
La bomba carta scagliata contro la sede del Gussago – colpevole di aver stretto un gemellaggio con l'Atalanta per far crescere bene i giovani calciatori – ha suscitato lo sdegno degli stessi bresciani. La Curva biancazzurra si è dissociata e anche i residenti del piccolo paese hanno preso le distanze in modo netto dall'accaduto. Sui social i commenti di condanna si susseguono, l'indignazione si mischia all'incredulità. Sul Corriere il regista Davide Ferrario, gran tifoso atalantino, si fa tentare dal paragone tra la bomba ultrà e i ben più pericolosi ordigni del terrorismo islamico. Dietro, spiega Ferrario, ci sono «motivi curiosamente paralleli: una fede che non ammette discussioni». Ma poi riconosce che forse la realtà è molto più banale: «I cretini esistono e fanno cose cretine». Sentenza da sottoscrivere in pieno. Tocca ai tifosi, quelli veri, dimostrare che nel calcio esiste ancora un barlume di intelligenza.
In Vallimagna si inventano l'album delle figurine
Non bastava il Panini. In Valle Imagna si sono inventati anche l'album della Polisportiva. Invece delle facce di Higuain e Pogba, i ragazzini dovranno inseguire i 300 volti di giocatori, tecnici e dirigenti delle numerose squadre di calcio e volley. Pare che l'idea sia piaciuta parecchio: stimola il senso di appartenenza e diffonde la passione per lo sport dilettantistico. Vuoi mettere la soddisfazione di giocare a “Celo” e “manca” con il centravanti e la schiacciatrice del paese?