Atalanta-Inter, volto allegro del tifo (Alla faccia di chi usa la violenza)

"Vi vogliamo così". La storia di Atalanta-Inter inizia dalla fine. Gli uomini di Reja escono dal campo con la "maglia sudata" e con la consapevolezza di avere offerto finalmente una prestazione di spessore. La Curva apprezza, applaude e invoca i suoi eroi. L'Atalanta è tornata, scusate il ritardo. Lo si capisce fin dai primi minuti: il “bandierù” si allunga in tutta la sua maestosità e la squadra si carica come una molla. Dramè inizia a invadere l'area avversaria. La prima volta gli va male, la seconda innesca l'autorete di Murillo. E lo stadio viene giù. Dura poco, perché anche Toloi segna dalla parte sbagliata, proprio sotto la Nord. Ma i tifosi non trovano la forza di prendersela con il generoso brasiliano, che infatti sarà uno dei migliori. Gioca proprio bene l'Atalanta, l'Inter finisce spesso alle corde.

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Peccato per quell'Handanovic, il Tiramolla vestito da portiere. Se non ci fosse stato lui la festa sarebbe stata completa. Invece con tre balzi ricaccia in gola al popolo nerazzurro l'urlo del gol. Nell'intervallo, mentre si riscalda in attesa del rientro dei compagni, la Nord prova a intimidirlo con una raffica di fischi. Ma lui niente, non si fa mica scalfire. E proprio sotto lo sguardo degli ultras compie un miracolo respingendo da un paio di metri l'esecuzione di Cigarini. Reja non crede ai suoi occhi ("Non ho capito come ha fatto a prenderla", dirà), il Ciga nemmeno. E figuriamoci i tifosi, che restano almeno mezzo minuto con le mani tra i capelli.
Disperazione grande anche quando Monachello sbuca sulla palla al bacio di Gomez e mette fuori, graziando l'Inter per l'ennesima volta. Gli ultimi minuti sono da brivido, la truppa di Mancini (elegantissimo, come sempre) si avvicina a Sportiello e il rischio della beffa è in agguato. Paletta non regge la tensione e abbandona il seggiolino dieci minuti prima. E' in felpa e viene da chiedersi come diavolo faccia, con un freddo così. Ben imbaccuccate invece le wags interiste, che consumano il pomeriggio tra selfie e gradite (dai vicini di sedia) passerelle in tribuna. Due biondissime chiome si agitano prima del calcio d'inizio per salutare Liajic: impossibile passare inosservate, queste sono armi di distrazione di massa. Ma c'è poco da fare: stavolta la più bella è la Dea, che finalmente ha fascino da vendere. I volteggi di Gomez fanno girar la testa, in campo e non solo.

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Il fischio finale fa esultare la tribuna anche se, sotto sotto, vien voglia di mangiarsi le mani per le occasioni sprecate. Pazienza, non capita mica tutti i giorni di trovare tra i pali uno come Handanovic. Resta l'orgoglio di aver giocato "da Atalanta". Gli interisti vanno via a mani quasi vuote. La pancia, invece, se l'erano riempita prima della partita. Tra celerini e blindati, all'improvviso è spuntato un pony pizza. Incredibile ma vero, gli ultras milanesi avevano ordinato capricciose e margherite. Dopo opportuna perquisizione, i cartoni sono stati recapitati nell'antistadio. E per il ragazzo c'è scappata pure la mancia.