Prospettive future

Un nuovo Far West, ma nello spazio La corsa all’oro sarà sugli asteroidi

Un nuovo Far West, ma nello spazio La corsa all’oro sarà sugli asteroidi
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La corsa all’oro, the gold rush, è un fenomeno storico entrato ormai nell’immaginario collettivo, che funziona anche come metafora da applicare a tanti fenomeni economici, nei quali un gruppo di persone si lancia in modo tumultuoso verso una fonte di ricchezza appena scoperta. Il mondo dell’economia è fatto di tante corse all’oro metaforiche; questa volta però potrebbe essercene una nuova ed effettiva. Ma non sul pianeta Terra!

Il futuro sarà degli space cowboy, di quegli esploratori che si lanceranno verso una frontiera più lontana, quella dello spazio aperto. Pare infatti che tra il 2020 e il 2030 verranno lanciate missioni spaziali sugli asteroidi, un po’ come nel film Armageddon, ma non per salvare l’umanità da un impatto. Dopo l’apertura di Obama allo sfruttamento delle risorse spaziali, nazioni e privati si lanceranno infatti nell'universo per fare incetta di minerali preziosi, oro e platino presenti su questi corpi celesti.

 

 

C’è chi si porta avanti. Di fronte a questa prospettiva, alcuni hanno iniziato a muoversi con largo anticipo. Stiamo parlando del governo del Lussemburgo, che vuole sfruttare questa gallina dalle uova d’oro. E come? Beh, innanzitutto legiferando: il piccolo Stato europeo intende sviluppare un sistema di leggi e regole che garantisca la proprietà dei metalli a chi li estrarrà dai minacciosi asteroidi. Il piano si chiama SpaceResources.lu e apre scenari legali ed economici davvero inediti. Le questioni legali sono state pensate nell’ambito della legislatura internazionale, per evitare spiacevoli incongruenze con le leggi di altri stati.

Vuole tutto l’oro per sé? Quindi il Lussemburgo vorrebbe accaparrarsi tutto l’oro e i metalli preziosi degli asteroidi? Non proprio: le leggi che sta emanando servono a garantire la proprietà dei metalli a chi li estrae, ma non significano che sarà solo il Lussemburgo a goderne. Si legge infatti sul sito governativo: «È un programma che il Lussemburgo intende intraprendere con altri Paesi, nell’ambito di un quadro di accordi multilaterali». Ha aggiunto Étienne Schneider, ministro dell’Economia: «Il nostro obiettivo è aprire l'accesso a risorse minerarie finora inesplorate su rocce senza vita che sfrecciano nello spazio, senza alcun rischio di danneggiare un habitat naturale. Il primo passo - ha aggiunto - riguarderà le ricerche da condurre in questo campo, con una seconda fase orientata verso attività più concrete». Entro fine anno il governo stanzierà dei fondi per questo progetto, aprendo così una fase spaziale del tutto nuova e differente rispetto a quelle del passato.

 

Minatori Spazio

DeepSpaceIndustries.com, i 4 passaggi necessari a estrarre e utilizzare oro dagli asteroidi.

 

Le missioni. Da tempo l’agenzia spaziale statunitense NASA ha tra i suoi progetti quello di una missione umana su un asteroide. I costi non sono propriamente esigui e si stimano intorno ai 100 miliardi di dollari; ma recentemente anche qualche privato si è fatto avanti per sostenere il progetto. Evidentemente gli asteroidi potrebbero rivelarsi delle vere e proprie miniere d’oro, e non in senso metaforico. I primi che verranno esplorati saranno i più vicini, i Neos: su essi sarà possibile reperire ferro, nichel e tungsteno, che invece sul nostro pianeta tendono a concentrarsi nel nucleo. Tanti asteroidi poi dovrebbero essere composti da oro, argento e altri metalli preziosi: delle pepite giganti che sfrecciano nello spazio, insomma.

Milioni di miliardi e qualche problema. Secondo Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, questo progetto potrebbe fruttare montagne di denaro, addirittura milioni di miliardi. «Sono convinto che ci sia un grande potenziale scientifico ed economico nella visione del Lussemburgo. Sappiamo già come arrivare sugli asteroidi, come trivellarli e come riportare campioni sulla Terra». Ma potrebbe presentarsi qualche ostacolo: non tecnico, ma legale. Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 afferma che le risorse naturali presenti nello spazio sono «patrimonio comune dell'umanità». Lo Space Act del 2015 sembrerebbe invece contraddire quel principio.

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