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18 cose che le persone di successo fanno nei primi 10 minuti di lavoro

18 cose che le persone di successo fanno nei primi 10 minuti di lavoro
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Le persone di successo hanno delle abitudini simili? Pare proprio di sì. Il successo non è mai casuale, ma frutto di un lavoro quotidiano che va necessariamente organizzato e reso massimamente fruttuoso. Ogni minuto è prezioso, per chi punta in alto. Qualche tempo fa erano circolati degli schemi con le giornate tipo dei grandi geni della storia e si potevano notare molte somiglianze. Questa volta però ci concentriamo su un aspetto diverso: cosa fanno le persone di successo nei primi dieci minuti della loro giornata lavorativa? Come si preparano a una lunga e fruttuosa giornata in ufficio? Il quotidiano britannico Independent ha proposto la soluzione, stilando un elenco di 18 cose da fare, prendendo spunto da You Can't Be Serious! Putting Humor to Work di Michael Kerr e Tame Your Terrible Office Tyrant: How to Manage Childish Boss Behavior and Thrive in Your Job di Lynn Taylor.

 

 

  1. Riflettere.
  2. Prendersi un momento di pausa ed essere concentrati.
  3. Mettersi comodi.
  4. Organizzare il proprio spazio di lavoro.
  5. Camminare o stare in piedi per qualche minuto prima di sedersi.
  6. Rivedere le cose da fare e le priorità.
  7. Immaginare il successo dei propri progetti.
  8. Organizzare gli impegni della giornata.
  9. Non fare nei primi minuti della giornata più cose contemporaneamente.
  10. Fare attenzione alle distrazioni.
  11. Saper dire di no.
  12. Tenere lontana la negatività.
  13. Prendersi il tempo per salutare i propri colleghi e creare un clima amichevole.
  14. Assicurarsi che il proprio staff sia motivato.
  15. Sorridere.
  16. Trovare qualcosa di cui essere grati, nella vita privata o al lavoro.
  17. Pensare a come aiutare gli altri.
  18. Controllare con intelligenza le e-mail senza perdere tempo

Ordine. Questa interessante lista fa emergere essenzialmente tre linee guida fondamentali, applicabili alla vita lavorativa nel complesso e non soltanto ai primi dieci minuti della giornata. La prima e più evidente è quella dell’ordine: bisogna lavorare con cognizione di causa, in modo organizzato, logico, strutturato gerarchicamente. L’ordine dev’essere sia mentale (1), siamo concreto e materiale (4); non basta sapere cosa fare, ma bisogna anche metterlo in una disposizione sensata, dal fondamentale al superfluo (6). Nei primi momenti in cui si pianifica la giornata non bisogna fare confusione, lavorando su più questioni (9); altrimenti ne pagherete le conseguenze con una giornata organizzata male. Fare bene qualcosa significa anche sacrificare qualcos’altro: per questo bisogna saper dire «No» (11) e leggere solo le e-mail importanti (18). In questo modo la giornata sarà organizzata perfettamente (8) e il lavoro fruttuoso.

 

 

Benessere. Per lavorare in modo efficace non basta essere organizzati; se siamo stressati e non stiamo bene, un piano di lavoro geniale rimarrà tutto nelle ipotesi e non nei fatti. Anche qui, benessere mentale e fisico: concentrazione (2, 10) e comodità (3), che significa anche alzarsi ogni tanto dalla sedia dove si lavora (5). Stare bene vuol dire parimenti essere in armonia con chi ci sta a fianco (13, 17) e apparire felice ai suoi occhi (15), oltre a esserlo a tutti gli effetti. Le vibrazioni positive stimolano risposte altrettanto positive negli altri.

Motivazioni. Infine, il motore che fa funzionare tutti gli altri ingranaggi si alimenta con le motivazioni. Senza di esse il lavoro si trasforma in una triste routine. Per avere successo bisogna in primo luogo immaginarselo, sognarlo, tenerlo sempre a mente (7); in generale, la negatività non aiuta mai (12), figuriamoci nel mondo del lavoro dove spesso la competizione è serrata. Al contrario, la cosa migliore è riuscire a sentirsi fortunati, essere grati per l’occasione lavorativa e la vita che si hanno (16) invece di lamentarsi di quel qualcosa che manca. La prospettiva con cui si guarda alla cose è sempre determinante. E, non meno importante, bisogna assicurarsi che i propri colleghi o dipendenti abbiano la stessa impostazione mentale (14) perché una fonte di pessimismo nel gruppo potrebbe rompere l’equilibrio creatosi.

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