A Dalmine, una donna di 60 anni è stata trovata senza vita nella villa dove lavorava come badante. Si tratta di Renata Bossi, cremonese, scoperta venerdì 3 ottobre proprio nella casa dove assisteva una coppia di anziani da circa un mese.
Cosa è successo
Come riporta il Corriere, la mattina del ritrovamento la padrona di casa ha raccontato di aver visto la badante intorno alle 7.30, nella propria stanza. Ha visto Renata stare male, con nausea e vomito, e le ha consigliato di riposare. Rientrata a casa più tardi, dopo alcune commissioni, ha trovato la donna stesa nel letto senza vita.
Ma alcuni dettagli hanno spinto i familiari a chiedere chiarezza: la 60enne era vestita da giorno, con il letto perfettamente rifatto e portava ancora l’orologio, che toglieva sempre prima di riposare.
La Procura apre l’indagine
A insospettire ancora di più i figli di Renata, sono stati anche i messaggi trovati nel suo telefono. Già dal giorno prima, infatti, la donna lamentava malesseri e nausea. «Ci sono troppe stranezze», ha dichiarato l’avvocata Marilena Gigliotti, che assiste i due figli della badante, Erica e Giuseppe. La famiglia, insieme all’ex marito della sessantenne, ha presentato quindi una querela contro ignoti alla questura di Cremona. Poche ore dopo, la Procura ha disposto il blocco della salma e l’autopsia, incaricando un consulente tecnico di verificare le cause del decesso.
In realtà, un primo certificato firmato venerdì dalla guardia medica, indicava come causa la morte cardiaca improvvisa. Ma il medico stesso avrebbe poi suggerito di eseguire un esame più approfondito.
Delle strane confidenze
Secondo quanto emerso, Renata non aveva ancora un contratto regolare, anzi, aveva accettato l’incarico credendo di dover assistere solo una persona fragile, ma a Dalmine si era trovata a seguire anche il secondo coniuge in carrozzina. Un compito che lei stessa avrebbe definito «troppo gravoso». Negli ultimi giorni la donna non stava bene, sia fisicamente che emotivamente. Aveva confidato al suo avvocato di sentirsi sotto pressione e di subire addirittura vessazioni sul lavoro, e per questo aveva deciso di lasciare la villa proprio il 3 ottobre, il giorno della sua morte. Ma non solo. Nei messaggi inviati a un amico, aveva scritto di sentirsi male già il giorno precedente, lamentando nausea e debolezza.
Ora l’autopsia dovrà stabilire se si sia trattato di un malore improvviso o se quelle coincidenze suggeriscano delle circostanze ancora da chiarire, lasciando aperto questo piccolo giallo.