Cento anni degli Alpini di Bergamo, che come regalo sognano il ritorno della naja
Un compleanno speciale, da celebrare in un anno ricco di incognite, ma carico di attese. La pandemia blocca tutte le possibili celebrazioni, ma intanto è stato creato un apposito logo
di Giambattista Gherardi
Un compleanno speciale, da celebrare in un anno ricco di incognite, ma carico di attese. La Sezione di Bergamo dell’Associazione Nazionale Alpini si appresta a festeggiare nel 2021 i suoi cento anni di storia. Un traguardo di prestigio che riporta alla mente l’estate del 1921, quando tutto ebbe inizio.
«È passato ormai un secolo - ricorda Luigi Furia, direttore de Lo Scarpone Orobico, memoria storica della Sezione - da quella sera in cui alcuni alpini bergamaschi, già iscritti alla sede di Milano, decisero di costituire la Sezione Ana di Bergamo. Non si sa quanti fossero né chi fossero. Allora non c’erano le scartoffie che oggi ci sommergono, bastava un promemoria e la parola data. Ma ci sono le pagine ingiallite dei giornali di allora: cronaca che si fa storia. Tutto iniziò nel 1921 quando il comando del 5° Reggimento Alpini venne trasferito da Milano a Bergamo».
Furia continua: «Questo fu “motivo di particolare compiacimento dei soci Ana bergamaschi”, che, non essendo costituita ancora la Sezione, erano iscritti direttamente alla Sede Nazionale di Milano. E furono questi a cogliere l’occasione dell’arrivo del 5° per farsi promotori di “una Sezione Bergamasca dell’Associazione Nazionale Alpini”, come titolò L’Eco di Bergamo del 21 giugno 1921, ricordando alle penne nere in congedo che “dalla presenza e dai rapporti colle gloriose fiamme verdi trarranno motivo a serrarsi più compatti sotto le bandiere dell’Associazione”. Per questo venne dato un appuntamento ai soci dell’Ana e alpini non iscritti, la sera di venerdì 24 maggio all’albergo Cappello d’Oro, nel cui salone al primo piano era stata convocata la riunione per discutere la proposta di fondare la Sezione di Bergamo».
L’adunanza del 29 giugno presso la Camera di Commercio sancì la costituzione ufficiale della Sezione. Primo presidente fu l’avvocato Ubaldo Riva, suo vice il professor Alcide Rodegher e consiglieri Giulio Brissolato, Emilio Brugnetti, Michele Dolci, Antonio Leidi, Leonardo Pedrinelli. La sede fu provvisoriamente fissata al civico 6 di via Borfuro.
«Prepariamoci a festeggiare questo Centenario - sottolinea Furia su Lo Scarpone Orobico - facendo memoria, ma soprattutto per proporre a chi di dovere la necessità di ripristinare la leva obbligatoria, militare e/o civile. Non c’è più tempo da perdere, il Parlamento deve decidere. I militari di leva potrebbero essere impiegati immediatamente, ad esempio, in momenti emergenziali come quello legato al Covid-19. Oppure come nella vicina Svizzera, dove l’esercito garantisce effettivamente una riserva di persone addestrate anche come protezione civile».
Per celebrare il Centenario è stato creato un logo specifico, frutto dell’estro e della maestria di un gruppo di ragazzi (Alice, Camillo, Francesca, Giuseppe, Lorenzo) e di qualche adulto che già avevano collaborato con gli alpini alla Fiera Lilliput. È l’animale «sovrano dei cieli», ma anche «il punto di partenza per i 100 anni di questa sezione, di questa Bergamo che non smette di risuonare, ogni volta che è chiamata in causa. Un animale che è sempre pronto a mettere in gioco la propria forza. Senza mai tirarsi indietro».
Oggi la Sezione di Bergamo, guidata dal presidente Giovanni Ferrari, conta 17.678 soci alpini (487 in meno rispetto al 2019) suddivisi in 278 gruppi locali. Ad essi si aggiungono 6.681 “Amici” regolarmente iscritti. Ancora non è possibile stilare un programma definitivo delle celebrazioni: da quasi un anno tutte le attività sono sospese causa Covid. «L’incontrarsi per noi Alpini - scrive Ferrari - significa scambiarsi idee, fare festa, organizzare e ricordare gli avvenimenti e i Soci che abbiamo conosciuto. Ora dobbiamo ripartire, ma un nuovo fermo ci ha imbrigliato. Non dimentichiamo gli insegnamenti dei nostri veci andati avanti, che quest’anno sono stati tanti. Teniamoli nei nostri cuori, ricordando quello che hanno fatto di buono per noi e per le nostre comunità, proponendoci di seguire il loro esempio». Auguri Alpini!