Cgil e Sunia

La proposta dei sindacati: portare i turisti nelle Valli e agevolare la residenza in città

La proposta dei sindacati: portare i turisti nelle Valli e agevolare la residenza in città
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Ok il turismo in città, ma con un occhio di riguardo per i residenti. È in sintesi quanto emerso dagli interventi di Cgil e Sunia in merito alla questione molto dibattuta relativa ad affitti brevi, turismo e residenzialità. In un comunicato diffuso dalla stessa Cgil Bergamo si possono leggere le riflessioni e le proposte di Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo, e Luisella Gagni del Sunia provinciale.

Bene, per Peracchi e Gagni, la crescita recente del fenomeno turistico all'interno del Comune di Bergamo, che avrebbe «arricchito l'ecosistema della nostra città» e che andrebbe però sostenuta e incentivata sempre secondo i due rappresentanti sindacali, «mettendo a disposizione strutture ricettive, leggere e accessibili ai turisti soprattutto nelle aree interne, ad esempio le valli e una parte della bassa bergamasca, dove un turismo «regolato e governato potrebbe rilanciare parte dell’economia locale e rivitalizzare la permanenza dei residenti».

Insomma, fondamentale sarebbe sfruttare la crescente vocazione turistica della città per rilanciare anche le aree circostanti, e allo stesso tempo per distribuire il peso del turismo su tutta la Bergamasca, permettendo di favorire, tra le altre cose, la residenza in città.

Peracchi e Gagni pongono l'accento su uno dei propositi cruciali dell'idea di città di Cgil: «Mantenere un giusto equilibrio tra luoghi da visitare e vivibilità dei luoghi stessi». Come? «Si devono incentivare – si legge ancora nel comunicato - al pari delle permanenze, brevi o lunghe che siano, dei nostri ospiti-turisti, servizi, sgravi, agevolazioni abitative rivolte prioritariamente a chi abita la città: i residenti di tutte le generazioni e gli studenti». Cgil proporrebbe ad esempio una diversa articolazione dell'Imu a carico dei proprietari di immobili, misura che incentiverebbe i contratti di locazione a canone concordato (ovvero quei contratti di affitto di durate inferiori all'ordinario 4+4 e il cui canone è calcolato sulla base di accordi territoriali vigenti nel comune in cui si trova l'immobile – in pratica il “manuale di istruzioni” stipulato tra le associazioni dei proprietari e dei conduttori necessario per calcolare il canone, per individuare il modello di contratto di locazione da utilizzare e per conoscere tutte le regole concretamente applicabili al contratto di locazione).

Più spazio dunque – questo invocano Cgil e Sunia – a contratti che tengano conto delle agevolazioni a determinate categorie sociali: «In materia di affitti e di abitazioni – continua infatti il comunicato - sono state fatte recentemente scelte importanti per consentire di vivere in città, bassa e alta, finalizzate a ringiovanire il nostro tessuto urbano, prevedendo agevolazioni per le giovani coppie o condizioni di decorosità dell’abitare per chi versa in difficoltà».

In sostanza: «Governare meglio il fenomeno delle locazioni brevi è un'opportunità da cogliere per molti piccoli proprietari di immobili, contenendo, per quanto possibile, quelle piattaforme che si propongono di affittare spazi vuoti soltanto a che viene a far visita alla nostra città, spesso completamente avulse dal nostro più genuino ecosistema».

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