Ecco il misterioso bestemmiatore che sta facendo tremare i vertici Rai
Forse complice il sottoimpiego causa vacanze nelle redazioni di giornali e telegiornali italiani in questo avvio di 2016, la notizia che più sta facendo discutere dalla mezzanotte del 31 dicembre è il cosiddetto “caso Matera”, ovvero il countdown anticipato e la bestemmia apparsa in sovraimpressione in occasione de L’anno che verrà, cioè il grande spettacolo di Capodanno firmato Rai. La cosa sta facendo discutere tanto, forse troppo. A metterci lo zampino anche il Codacons, che ha annunciato un doppio esposto: uno alla Corte dei Conti, perché si verifichino i costi dello show di Matera (stando al Corriere della Sera la Rai avrebbe stipulato con la Regione Basilicata una convenzione da 460mila euro per la diretta di fine anno fino al 2019, anno in cui il capoluogo sarà Capitale della Cultura), e un altro alla Procura della Repubblica di Matera, perché valuti se le lancette dell’orologio siano state spinte in avanti ad arte per rosicchiare audience e si possa quindi configurare il reato di truffa aggravata ai danni dei poveri telespettatori.
Il pasticciaccio brutto brutto della bestemmia. Ma a far discutere maggiormente è stato (ed è) certamente il caso della bestemmia contenuta in uno dei tanti messaggi passati nel crawl (quella sorta di fascia in sovraimpressione) durante lo speciale targato Rai. Chiunque ha detto la propria, con L’Osservatore Romano, di fatto l’organo di stampa del Vaticano, a guidare la fila degli scandalizzati. In un articolo del quotidiano diretto da Giovanni Maria Vian, si legge: «L’errore rivela che agli occhi di molti, anche adibiti al controllo degli sms inviati, la bestemmia ormai è considerata irrilevante, se non accettabile. E l’episodio mostra come la televisione, pubblica o privata che sia, per acquisire una dimensione social a tutti i costi rischi di divenire uno strumento fuori controllo. Con l'alibi dello share». Esagerata o meno, questa denuncia pubblica ha velocizzato la presa di distanze dall’increscioso episodio ai piani alti della Rai, dove hanno reso noto immediatamente di aver individuato il responsabile del mancato controllo e di averlo sospeso.
Quest’uomo si chiama Francesco C., e ha deciso di difendersi sulle pagine de La Repubblica: «Ho fatto un errore e posso dire anche grave. Meglio, abbiamo fatto un errore e me ne prendo tutta la responsabilità. Per almeno tre ore ho tolto dal video cento sms impresentabili, tra insulti, cori razzisti, inni alla jihad e decine di bestemmie. Il centunesimo messaggio ci è scappato. È scappato al team, ma io lo guido e mi prendo la colpa. È la prima volta che ci capita. Ma è anche la prima volta che scopro che dietro di me non c’è il controllo previsto. Un desk di giornalisti. Il terzo livello di verifica è saltato e adesso tutti giocano a scaricare la responsabilità su di me. Sono basito». Rocco Papaleo, coconduttore della serata, a Corriere della Sera e La Repubblica ha cercato di stemperare la polemica: «Non sono troppo religioso ma ci vuole rispetto. Per prendermi in giro mio figlio mi ha mandato la foto del fermo immagine: ci sono io a braccia aperte e sotto la bestemmia. Ma sarei clemente con chi l'ha messa in onda, sarà stato brillo come tutti...». D'accordo con il lavoratore Rai sospeso è invece il conduttore della serata, Amadeus, che a Il Messaggero ha dichiarato: «Mi è molto dispiaciuto. Purtroppo sono cose che in lunghe dirette possono accadere, anche se non dovrebbero succedere. L'errore è sempre in agguato. Purtroppo qualcuno adesso dovrà pagare. Ma chi ha scritto quella bestemmia è il vero colpevole. Costui dovrebbe sentirsi in colpa anche perché a causa della sua stupidaggine un lavoratore onesto è stato sospeso dall'incarico».
[Lo screenshot del messaggio incriminato postato dall'autore su Facebook]
Ecco chi è il "vero" colpevole. E così sul “caso Matera” rimaneva solo un’incognita: l’identità dell'autore dello scandaloso sms che tanti guai ha provocato in Rai. Un’incognita che è stata fugata il 3 gennaio, quando Blogo ha scoperto nei meandri di Facebook la confessione di un ragazzo di 21 anni di Taranto, Vito Zingarelli (membro di una band che si chiama COBRA), il quale, forse ancora all’oscuro del marasma causato dalla sua bravata, la mattina dell’1 gennaio postava orgoglioso la foto dell'sms trasmesso in tv (usata anche come immagine di profilo) e lo screen del messaggio inviato alle ore 23.38, dicendosi «fiero» del gesto. Solo successivamente, sempre sul social, Zingarelli ha dato la sua versione dei fatti: «Premetto che quando ho mandato quel messaggio non credevo che la redazione fosse così poco attenta da pubblicare qualsiasi cosa mandassero. Era semplicemente una bravata da ultimo dell’anno. In ogni caso, anche se mi ha fatto piacere far fare due risate a più di qualcuno, vorrei mandare le mie più sincere scuse a tutti coloro cui quell'azione ha recato fastidio o offese. […] M***a su m***a per un messaggio, ci scandalizziamo per un messaggio e non facciamo caso alla guerra mondiale che c’è stata come sempre in mezzo alle strade e all’inferno che hanno subito i cani, come il mio, per colpa dei botti... Infatti il mio cane stesso è stato con me fino alle 12.45 giù in cantina e non sono uscito a festeggiare la mezzanotte per le stesse persone che stanno criticando il mio messaggio... Le stesse che invece di divertirsi per i c***i loro hanno causato rumori e scoppi paragonabili a bombe atomiche per le orecchie dei cani». Mistero risolto dunque, ora si può girare pagina.
Con questo post non voglio assolutamente ritirare le scuse.. Anzi.. Le rinnovo vivamente.. Ma devo dirla una cosa.. Dal...
Posted by Vito Cobra on Venerdì 1 gennaio 2016
Una situazione che aiuta Renzi. O forse no? Stando ai quotidiani del 4 gennaio, il “caso Matera” non si chiude qui. Anzi, è diventato un vero e proprio caso politico, che offre paradossalmente una sponda importante al premier Matteo Renzi. Le critiche piovute sulla tv di Stato perfino dal Vaticano, contribuiscono infatti a creare un clima di necessità per procedere a nuove nomine. Nuove nomine che, secondo i ben informati, Renzi non vedeva l’ora di portare avanti insieme al “suo” direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Quest’ultimo, infatti, con la riforma della Rai fortemente voluta dal governo, proprio in questi giorni assumerà pieni poteri sulla gestione dei vertici aziendali. Il primo step sarà la modifica dello Statuto aziendale, che arriverà sul tavolo del Cda il 13 gennaio per la discussione e poi la votazione, che dovrà arrivare al massimo per fine del mese. A febbraio, stando a quanto riportato da Il Giornale, potrebbero invece arrivare i primi segnali di cambiamento. In base alla nuova legge, Campo Dall'Orto può nominare i dirigenti, anche se per le nomine editoriali deve avere il parere del Cda (nel caso dei direttori di testata è vincolante se fornito a maggioranza dei due terzi). E proprio dagli avvicendamenti nelle reti partirebbe la road map del direttore generale, in attesa della definizione del piano industriale che sarà pronto in primavera. Il toto-nomine impazza, soprattutto ora che le sedie su cui siedono tanti ai piani alti di Viale Mazzini ballano terribilmente. Un inizio anno col botto, non c’è che dire.