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"Grease" nel mirino del politicamente corretto, a difenderlo ci pensa... Gori

Molti giovani utenti, in Inghilterra, sui social hanno tacciato il film cult come sessista, misogino, omofobo ed eccessivamente bianco

"Grease" nel mirino del politicamente corretto, a difenderlo ci pensa... Gori
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Il primo ad essere attaccato indiscriminatamente è stato Via col vento, rimosso frettolosamente dalla piattaforma streaming dell’emittente statunitense Hbo dopo l’esplosione delle proteste del movimento Black Lives Matter. Ora a finire nel mirino è Grease, film tacciato come sessista, misogino, omofobo ed eccessivamente bianco in nome di un politicamente corretto portato all’eccesso. Addirittura secondo l’Adnkronos, citando quanto riferito dal Daily Mail, un gran numero di giovani spettatori avrebbero chiesto sui social che la pellicola non venisse più messa in onda dopo che la BBC aveva trasmesso il film.

In difesa della storia d’amore tra Danny Zuko e Sandy Olsson è sceso in campo anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che su Twitter ha commentato la notizia con un laconico «questa cosa sta diventando insopportabile». Già, anche perché ormai è come se fossimo pronti a scagliarci contro qualsiasi cosa in nome del politicamente corretto.

Sia ben chiaro (prima che la scure del politically correct si abbatta anche su questo articolo): le battaglie in favore dei diritti delle donne e contro ogni tipo di discriminazione, anche sessuale, sono sacrosante. Ma se non si tiene conto del periodo storico e della cultura che hanno influenzato la produzione di un libro o di un film, si corre il rischio di soffocare qualsiasi espressione artistica. Di fatto verrebbe cancellata la quasi totalità delle opere d’arte o pellicole del passato.

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