La richiesta d'aiuto di Nembro alla ministra in visita, per la Rsa e la cura dei piccoli
Venerdì 26 l'esponente di governo è stata anche ad Alzano: Bertocchi ha detto di essersi sentito solo nell'emergenza. Bonetti ha detto: «Rinnovo il mio grazie a tutte le amministrazioni del territorio, se in luoghi tanto martoriati non c’è stata rivolta sociale è perché i cittadini hanno mantenuto forte la fiducia nello Stato, nei comuni»
di Marta Belotti (foto di apertura Marco Quaranta)
Oggi alle 14.10, la ministra alle pari opportunità e alla famiglia Elena Bonetti è stata accolta davanti al municipio di Nembro; nel «Qui della resilienza e della prossimità delle relazioni umane» per usare le parole della ministra stessa. «Abbiamo tanta voglia di riprenderci. La nostra comunità è unita: maggioranza e minoranza hanno lavorato in modo convergente davanti ai tanti problemi» ha esordito il primo cittadino Claudio Cancelli. «La nostra è una comunità articolata dove ognuno ha dato senso al proprio ruolo e si è impegnato reciprocamente per il bene di tutti. I volontari attivi, provenienti da varie associazioni impegnate su diversi fronti, sono sempre stati presenti».
Sulla piazza si è fatta strada la voce sicura, ma spezzata dall'emozione del nuovo presidente della casa di riposo Valerio Poloni. «In questi mesi di pandemia, è morto lo storico presidente della nostra casa di riposo e il medico del lavoro. Abbiamo conosciuto grandi drammi e ora ne stiamo vivendo uno nuovo: quello economico. Trovo ingiusto e personalmente molto doloroso esser costretto a mettere in cassa integrazione tante persone che nei mesi di emergenza si sono rimboccate le maniche e hanno affrontato la paura del virus per garantire cure e servizi. È necessario che il governo conosca tale situazioni e la tenga in considerazione».
La ministra ha accolto le istanze di Poloni, per poi entrare nella sala consiliare, dove parte della giunta e la commissione ai servizi sociali si sono confrontati con l’esponente di governo. «Abbiamo conosciuto tante difficoltà e tuttora continuano a esserci soggetti poco considerati. Per esempio, se per i 3-6 anni siamo riusciti a muoverci subito con l’organizzazione di servizi appositi, per i bambini 0-3 anni siamo ancora un po’ in ritardo» ha esposto l’assessore ai servizi alla persona e alla famiglia Floria Lodetti .«Tale fascia d’età è d’importanza capitale perché mette in condizione le donne di lavorare in modo tranquillo».
Il sindaco ha voluto sottolineare i problemi legati alla ripartenza delle scuole, al commercio e al settore dei cantieri e delle opere pubbliche. «Comprendo e condivido preoccupazioni, ma anche analisi» ha risposto Elena Bonetti. «Un virus ha mandato in tilt il sistema sociale, organizzativo ed economico. Tuttavia, sul territorio si è realizzato un modello di comunità che funziona, caratterizzata da una piena capacità di scambio e comunicazione».
Il grazie e l’elogio alle amministrazioni locali da parte della ministra si è reso ancora più esplicito nella sala consiliare di Alzano Lombardo. Qui, la Bonetti è stata accolta dal sindaco Camillo Bertocchi e di suoi assessori. Alla chiara e insolita preminenza della componente femminile la ministra ha sorriso e ha preso l’occasione per ricordare: «Durante l’emergenza le donne hanno avuto un ruolo fondamentale e sono state impegnate in prima linea. Questo deve farci riflettere e spingere a lavorare perché le differenze di genere, ancora persistenti nel sistema lavorativo e non solo, vengano superate».
Il sindaco ha raccontato alla ministra la storia di Alzano, partendo dalla lavorazione della lana, passando dalla seconda rivoluzione industriale, per arrivare velocemente ai giorni drammatici di marzo 2020. Il sindaco ha ammesso di aver percepito una forte solitudine nel far fronte all'emergenza in tale periodo di incertezza. «Per il futuro cercheremo di ricostruire le connessioni perché un sindaco non possa più sentirsi solo» sono state le parole della rappresentante del Governo. «Intanto, rinnovo il mio grazie alla vostra e a tutte le amministrazioni del territorio, perché se in luoghi tanto martoriati non c’è stata rivolta sociale è perché i cittadini hanno mantenuto forte la propria fiducia nel luogo dello Stato di prossimità maggiore: il Comune e le amministrazioni comunali».