di Fabio Gennari
C’è un concetto che collega l’esperienza gasperiniana e il nuovo corso targato Juric: il lavoro. A Zingonia – abbiamo imparato a capirlo con il tempo -, le sedute di allenamento erano toste e particolarmente intense con Gasp, lo hanno confermato tantissimi giocatori che sono passati dal Centro Bortolotti ed è talmente vero che le settimane con le partite europee nel mezzo erano quelle preferite, visto che si “caricava” un po’ meno del solito e si faceva un po’ meno fatica.
Questo passaggio può sembrare superfluo, in ogni squadra si lavora. La verità è che funziona esattamente al contrario: non si lavora ovunque nello stesso modo, non tutti gli allenatori chiedono la stessa intensità che chiede Gasperini, non tutti i giocatori sono disposti a fare così tanta fatica e a mettere tutte le proprie energie fisiche per il gruppo. A Bergamo, invece, l’abitudine a un certo tipo di allenamenti settimanali è nota.
Secondo diversi ex giocatori e colleghi che hanno avuto modo di vedere i suoi allenamenti, Juric è a sua volta un tecnico che chiede tantissimo a livello di intensità ai suoi giocatori.
Il suo approccio, la famosa cultura del lavoro di cui tanto si parla in questi giorni, sembra calzare a pennello per un gruppo che viene da diverse stagioni in cui la fatica della settimana si è poi tradotta in risultati al momento di scendere in campo. Raccogliere punti gratifica, soprattutto quando vedi che l’impegno porta frutti.