Il dono

Un dodicenne di Vercurago ha risposto all’appello del sindaco di Barbata: «Vi dono le mie due anatre»

Arrivano dei nuovi esemplari al parco di Roggia Fontanone. Pochi giorni fa, otto erano stati rubati e uccisi

Un dodicenne di Vercurago ha risposto all’appello del sindaco di Barbata: «Vi dono le mie due anatre»

Solo pochi giorni fa, la notizia dell’orribile mattanza delle otto anatre del parco di Roggia Fontanone, a Barbata, aveva indignato tutti. Oggi, (martedì 2 settembre), arriva un segnale di speranza. A rispondere per primo all’appello del sindaco Vincenzo Trapattoni, che nei giorni scorsi aveva chiesto ai cittadini di donare nuove anatre per ripopolare l’oasi, è stato… un bambino. Ivan Svanetti, 12 anni, di Vercurago, in provincia di Lecco.

Quelle povere anatre 

Il parco di Roggia Fontanone, che doveva essere un rifugio sicuro per la fauna locale, è stato teatro nella notte tra il 30 e il 31 agosto di un atto di violenza inaudita: otto anatre rubate, uccise a bastonate o gettate nei cestini. Era stato lo stesso sindaco di Barbata a denunciare l’accaduto tramite un post su Facebook.  Un episodio che, purtroppo, non è isolato: già nei mesi scorsi, altre due anatre erano state uccise a colpi di fucile e abbandonate in un fosso.

Questa volta, però, c’è una speranza di ottenere giustizia per quei poveri esemplari: le telecamere di sorveglianza del parco hanno ripreso i responsabili e proprio in questi giorni sono in corso le indagini.

Il piccolo allevatore lecchese 

Proprio quando gli animi erano a terra, ecco che arriva un dono inaspettato. Ivan, che gestisce un piccolo allevamento domestico insieme alla sua famiglia, ha deciso di regalare due delle sue anatre mute al parco, un gesto di generosità pura. Come riportato da Bergamo News, la madre del ragazzino, Carmen Omacini, ha raccontato di quanto la notizia appresa dai giornali avesse turbato il figlio. Uno scossone tale da spingerlo a donare due dei suoi preziosi animali. Il giovane lecchese, che condivide la sua passione per l’allevamento attraverso la pagina Instagram “Il pollaio di Ivan”,  ha dato un esempio di solidarietà che sta già facendo il giro della Bassa Bergamasca.

Come aveva precisato il sindaco Trapattoni, presto le fototrappole porteranno all’identificazione dei responsabili. Nel frattempo, la speranza è che, grazie anche a gesti come quelli di Ivan, il parco possa tornare a essere ciò per cui è nato: un luogo di vita.