Mercoledì 29 ottobre, a Milano, s’è tenuta la seconda riunione della VI Commissione regionale Ambiente con al centro l’ipotesi di realizzazione di un nuovo inceneritore da parte della Montello Spa a Montello. Durante la seduta sono intervenuti diversi tecnici per fare il punto della situazione. Tra questi, anche i vertici di Ats Bergamo nelle persone del direttore generale, Massimo Giupponi, della direttrice sanitaria, Nicoletta Castelli, e del responsabile del Servizio prevenzione e protezione, Davide Del Brocco.
La precisazione di Ats Bergamo
Proprio Ats ha diffuso una nota per fare alcune precisazioni riguardanti il proprio intervento in Commissione. In particolare su un passaggio riportato dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Paola Pollini, in un comunicato stampa post seduta e riportato anche dal nostro giornale.
Pollini ha affermato che «a domanda sull’effetto accumulo con altri impianti, Ats ha risposto che Regione Lombardia (a differenza di Emilia-Romagna e Piemonte) non effettua il monitoraggio epidemiologico dei suoi inceneritori quindi Ats non ha i dati per fare previsioni in merito all’effetto accumulo».
A tal riguardo, il dg Giupponi fa sapere che «le dichiarazioni secondo cui “Ats ha specificato che, a differenza di altre regioni italiane, la Lombardia non effettua un monitoraggio epidemiologico sui suoi inceneritori” non sono state esposte da Ats Bergamo durante l’audizione. Si tratta di dichiarazioni effettuate dal Rappresentante di una delle Associazioni presenti».

Le parole delle altre associazioni presenti
Alla seduta della Commissione, infatti, hanno partecipato anche la dottoressa Raffaella Mattioni di Rete Ambiente Lombardia ed Enzo Favoino, direttore scientifico di Zero Waste Europe. La prima, nel suo intervento, ha ricordato come in Bergamasca gli impianti di incenerimento dei rifiuti siano già quattro, tra cui quello di Filago, il più grande per il trattamento di rifiuti pericolosi d’Italia. In Bergamasca, inoltre, sono importati rifiuti pure da altre province lombarde e da quelle di Trento, Sicilia e altre regioni del Sud.
Dal canto suo, Favoino ha invece precisato come l’incenerimento non sia inseribile nella strategia dell’economia circolare e rappresenta un danno alla decarbonizzazione, con un considerevole impatto climatico. Il tutto, senza mancare di sottolineare come la provincia di Bergamo sia una vera e propria anomalia, in quanto sovra dotata di impianti di incenerimento e importatrice di rifiuti da fuori. Un’anomalia che verrebbe solo aumentata dall’inceneritore della Montello.