Addio compartecipazionisi decide per Cigarini
Addio compartecipazioni, l’Italia si allinea all’Europa Entro le ore 19 di venerdì 20 giugno le società di calcio sono chiamate alla risoluzione degli accordi di compartecipazione. Sarà una delle ultime volte in cui questo termine sarà importante: questa formula di acquisto delle prestazioni sportive di un calciatore è stata infatti cancellata e, dopo un breve periodo di transizione, anche l’Italia si allineerà all’Europa. La decisione è di poche settimane fa. Il Consiglio Federale della FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio, tenutosi a Roma lo scorso 27 maggio ha sancito un cambiamento molto importante per il calciomercato italiano. La formula della comproprietà, acquisto al 50% delle prestazioni sportive di un calciatore, è stato abolito: la nuova normativa permette il rinnovo di 1 anno dei contratti in essere, per tutti gli altri resteranno la cessione definitiva e il prestito.
Il cambiamento toglie la possibilità alle squadre medio-piccole di monetizzare la valorizzazione di un giovane non ancora affermato, per le grandi viene meno invece il possibile controllo di più giocatori “parcheggiati” in provincia con il rischio d’impresa dimezzato. La nuova normativa ovviamente incide parecchio sulle strategie, l’Atalanta ha parecchi calciatori in prestito o comproprietà e per questi andrà trovata una soluzione: con il Napoli per Cigarini e con l’Avellino per Zappacosta i discorsi sono ben avviati e i due giocatori dovrebbero restare a Bergamo. Soprattutto, però, l’abolizione della comproprietà priva gli uomini mercato di una carta importante in tema di contropartite tecniche. Prendendo ad esempio il caso di Bonaventura, valutato dal Presidente Antonio Percassi almeno 10 milioni di euro, una squadra interessata non può mettere sul piatto altri giocatori se non a titolo definitivo. E l’Atalanta, in certe situazioni, punta a monetizzare al massimo. Nei campionati Europei di riferimento (Spagna, Inghilterra, Germania e Francia) la normativa già non prevedeva le comproprietà. La strategia migliore per un club come quello del presidente Percassi dunque potrebbe essere questa: massima valorizzazione dei giovani, attività di scouting tempestiva e capillare con riduzione della rosa.
Il settore giovanile è un fiore all’occhiello, come avviene all’estero e come succedeva in passato si potrebbero vedere più ragazzi nel gruppo della prima squadra (bassi costi, massime plusvalenze in caso di cessione) sia cresciuti in casa che pescati nei mercati emergenti grazie al lavoro di scouting. Per fare tutto questo, però, il primo passo è cedere e ridurre il monte ingaggi tagliando giocatori in esubero mantenendo però un certo livello di squadra: la salvezza vale sempre oltre 30 milioni di euro, quello è sempre l’introito più importante.