La prima volta

Addio Curva Nord, inizia una nuova era del tifo: adesso serve davvero l'aiuto di tutti

Dopo 23 anni, al Gewiss Stadium inizia un'epoca in cui sarà fondamentale l'apporto di tutti, bisogna guardare avanti

Addio Curva Nord, inizia una nuova era del tifo: adesso serve davvero l'aiuto di tutti
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di Fabio Gennari

Passato il momento di shock iniziale per lo scioglimento dei Supporters, da oggi inizia una nuova era per il tifo bergamasco al seguito dell'Atalanta. Non è per nulla un dettaglio di poco conto, negli ultimi 23 anni il sostegno della Curva Pisani è molto spesso stato determinante e il Bocia, leader degli ultras, più volte ha detto che secondo lui l'apporto del pubblico a Bergamo permetteva di conquistare 10-12 punti in un campionato. Difficile dire se questo sia vero, ma di certo i tifosi della Dea sono sempre stati molto, molto importanti.

Da oggi si cambia e l'aspetto fondamentale non sarà solo "esserci", ma "incidere". Andare allo stadio in massa, magari riempiendo tutti i posti a disposizione, diventa inutile se al primo passaggio sbagliato parte il mugugno, se l'esaltazione si scatena solo quando la squadra accelera o arrivano occasioni a raffica. La base di ogni ragionamento non deve cambiare: lo stadio di Bergamo aiuta e sostiene l'Atalanta sempre, a prescindere dal risultato.

Questi anni di vacche grasse, con i nerazzurri ai vertici del calcio italiano e impegnati in Champions League, hanno alzato le aspettative, ma è un attimo andare in difficoltà: nel calcio non conta quello che hai fatto ieri. Servono lavoro e sacrificio, ma in una realtà come quella orobica c'è anche la passione della gente che può dare un contributo importante. Soprattutto nei momenti complicati. Non a caso, a distanza di anni si ricorda il giro di campo del 2005 con l'Atalanta appena retrocessa ma battagliera, o ancora l'abbraccio dopo la sconfitta per 7-1 sul campo dell'Inter.

Gasperini in conferenza stampa ha detto che si vive un momento strano e ha ragione. Ha spiegato che dovrà essere la squadra a trascinare il pubblico, ma su questo punto, a Bergamo, è difficile essere d'accordo: il motto è sempre stato "diteci dove e quando si gioca, al resto ci pensiamo noi", perché i tifosi dell'Atalanta lo sanno cosa serve fare. Quando c'è bisogno della spinta per vincere o del sostegno per non perdere: siamo qui, ti aiutiamo noi. È sempre stato questo uno dei cardini del tifo atalantino. Prima di guardare al risultato, sugli spalti si lascia tutto.

La realtà è nuova e bisogna farci i conti. Non c'è più il gruppo che trainava e organizzava, ma le persone non sono sparite di colpo. Certo, magari tanti volti importanti sono lontani dallo stadio, ma è il momento che tutti gli altri si stringano attorno alla squadra per dare una mano. Chi ritiene poco importante questo aspetto forse conosce poco l'alchimia che c'è sempre stata tra pubblico e giocatori, allenatore e società. Non deve diventare un dettaglio, sarà difficile ma bisogna provarci: è nel momento più duro che si tira fuori qualcosa in più. L'Atalanta è sempre lì, la squadra va in campo e la gente della Dea non può mancare. Non è mai mancata.

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