Nuovo ciclo

Adesso è ufficiale: Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta, ha firmato un contratto fino al 2027

Dopo aver esonerato Ivan Juric, la società bergamasca si è affidata al tecnico napoletano per risollevare le sorti della squadra

Adesso è ufficiale: Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta, ha firmato un contratto fino al 2027

Raffaele Palladino è il nuovo allenatore dell’Atalanta. Dopo l’esonero di Ivan Juric, la società bergamasca ha scelto il tecnico napoletano per risollevare le sorti della Dea e riportarla a lottare per l’Europa. Lo ha reso noto con un comunicato stampa nel primo pomeriggio di oggi (11 novembre).

La decisione

Atalanta BC è lieta di comunicare che il ruolo di responsabile tecnico della Prima Squadra è stato affidato a Raffaele Palladino, 41enne allenatore che ha al suo attivo – dopo gli inizi nelle squadre Under 15 e Primavera del Monza – 126 panchine fra i professionisti, di cui 73 con il Monza e 53 con la Fiorentina, alla guida della quale è arrivato al sesto posto con 65 punti nello scorso campionato di Serie A, raggiungendo anche la semifinale della UEFA Conference League 2024/2025.

Raffaele Palladino si è legato al Club nerazzurro con un contratto fino al 30 giugno 2027.

Lo seguiranno in nerazzurro Stefano Citterio (allenatore in seconda), Federico Peluso (collaboratore tecnico), Fabio Corabi (preparatore atletico), Nicola Riva (collaboratore preparatore atletico), Andrea Ramponi (match analyst) e Mattia Casella (match analyst).

Raffaele Palladino si avvarrà anche dei seguenti collaboratori già presenti sin da inizio stagione: Cristian Raimondi (collaboratore tecnico), Marco Savorani (preparatore dei portieri), Sabino Oliva (collaboratore preparatore dei portieri), Marcello Iaia (specialist analyst of performance), Stefano Brambilla (match analyst) e Andrea Vigni (collaboratore preparatore atletico).

La famiglia Percassi, quella Pagliuca e tutto il Club rivolgono un caloroso benvenuto nella famiglia nerazzurra a mister Raffaele Palladino e ai suoi collaboratori.

Dopo una notte di riflessione seguita al pesante ko per 3-0 contro il Sassuolo, la famiglia Percassi ha deciso di voltare pagina affidandosi a Palladino. Il tecnico campano, 41 anni, era libero dopo aver lasciato la Fiorentina a fine maggio scorso, chiudendo un’esperienza di una sola stagione ma ricca di soddisfazioni. Con la Dea ha firmato un contratto fino al 2027.

Il profilo

Nato a Mugnano di Napoli, Palladino ha vissuto una carriera da calciatore segnata da sprazzi di talento e troppi infortuni. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, dove segnò 41 gol in due stagioni Primavera, ha vestito le maglie di Salernitana, Livorno, Genoa, Parma, Crotone, Spezia e Monza, prima di appendere le scarpette al chiodo.

Come tecnico, Palladino ha bruciato le tappe: in soli tre anni è passato dall’Under 15 del Monza alla Serie A. Con i brianzoli ha ottenuto risultati straordinari, portando il club alla prima storica vittoria in Serie A (proprio contro la Juventus) e sfiorando l’Europa in due stagioni consecutive con un calcio verticale e propositivo basato sul 3-4-2-1, poi trasformato in 4-2-3-1.

Nel giugno 2024 la Fiorentina lo ha scelto per sostituire Vincenzo Italiano. In 53 partite ha collezionato 26 vittorie, 12 pareggi e 15 sconfitte, guidando i viola al sesto posto con qualificazione in Conference League (ottenuta all’ultima giornata) e raggiungendo la semifinale europea contro il Betis. Tra i momenti più belli, le vittorie casalinghe contro Milan, Inter e Juventus, e il rilancio di Moise Kean, con cui aveva «una scommessa fissata a quota 15 gol: l’ha vinta lui».

Nonostante il rinnovo contrattuale fino al 2027 firmato il 7 maggio, Palladino ha lasciato la Fiorentina il 30 maggio. Una decisione che ha sorpreso tutti e che il tecnico ha spiegato così: «Le idee e le visioni erano ormai troppo distanti. Quando ho scelto di lasciare non avevo nulla in mano. Per me il calcio è come un puzzle: ogni pezzo deve combaciare perché il quadro funzioni. A Firenze non c’erano più le condizioni per proseguire».

Il legame con Gasperini

Palladino è anche uno dei tanti “allievi” di Gasperini. «Lo conosco da quando aveva 17 anni – aveva raccontato l’ex allenatore della Dea -. Da giocatore era forte ma poteva fare una carriera ancora migliore, mentre da allenatore è un predestinato. È riuscito a entrare nella testa dei giocatori in un modo incredibile: è un qualcosa che non compri al supermercato. È un tecnico di assoluto livello, destinato ad allenare grandi squadre».

Un rapporto che rende ancora più significativo questo approdo sulla panchina nerazzurra. Palladino eredita la squadra costruita dal suo mentore e avrà il compito di riportarla ai livelli che le competono dopo la parentesi Juric.

Serietà, disciplina, umiltà e ambizione sono i tratti distintivi del suo lavoro. Un perfezionista sempre in cerca del miglioramento, capace di creare un forte legame con i giocatori. «Le videochiamate e i messaggi dei ragazzi mi hanno fatto piangere», ha raccontato parlando dell’addio alla Fiorentina. Negli ultimi mesi ha studiato, analizzato partite e aspettato l’occasione giusta.

Ora tocca a lui riportare la Dea dove merita. Con una rosa che vale il vertice della classifica ma che si ritrova in quattordicesima posizione, Palladino dovrà lavorare su identità, fiducia e automatismi. L’esordio sarà il 22 novembre contro il Napoli capolista: una sfida durissima ma che può dire molto sulle ambizioni di un’Atalanta che vuole tornare a correre.