L’Atalanta ha ricominciato ad attaccare e spingere con coraggio e i risultati si sono visti. In termini di vittorie ma anche di atteggiamento complessivo, visto che ora la squadra si mette più spesso nella condizione di essere pericolosa. Quindi fare gol. Quindi vincere le partite. Serviva questo tipo di spinta, forse più mentale che fisica visto che Palladino è arrivato da poco e non ha avuto il tempo materiale di lavorare sulle gambe, mentre sulla testa ha evidentemente toccato le corde giuste per riuscirci.
Il costante ricorso al tridente, a prescindere da uomini e posizioni in campo, è un segnale. E l’affidarsi a ragazzi come Scamacca e De Ketelaere, che sappiamo bene cosa possono fare e che con Juric sembravano “spenti”, è un altro fattore importante nella valutazione di quanto viene fatto dalla squadra, con i veterani che hanno ricominciato a trascinare la squadra nel migliore dei modi. «Ho fatto poco», ha detto Palladino, sottolineando che la squadra sa bene cosa deve fare. Ma la verità è che ha fatto moltissimo.
L’esempio migliore è quello relativo a un bel quadro. Se hai una tela di valore ma è ricoperta di polvere, messa in un angolo senza la luce giusta e in un contesto che non la esalta, rimarrà un semplice complemento d’arredo. L’Atalanta di questi anni è una Gioconda, merita di stare al centro della scena e spandere attorno il suo valore, il suo carattere, le sue doti. Palladino sta cercando questo percorso, non sarà semplice e occorrerà tempo,ma la strada sembra proprio quella giusta.