Nuove dichiarazioni

Ancora Pagliuca al Financial Times Business of Football Summit: «Valutiamo il multi-club»

Il proprietario del pacchetto di maggioranza della Dea ha parlato nuovamente del calcio italiano, dando spunti interessanti per il futuro

Ancora Pagliuca al Financial Times Business of Football Summit: «Valutiamo il multi-club»
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di Fabio Gennari

Ancora Steve Pagliuca. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi alla Gazzetta dello Sport, il proprietario americano della Dea ha parlato in un'intervista registrata al Financial Times Business of Football Summit e ha detto altre cose molto interessanti sulla sua avventura nell'Atalanta.

Un paio, in particolare, i passaggi di grande rilievo che proiettano una luce diversa sul futuro della Dea, che è stata definita come un punto di riferimento della strategia nel calcio degli investitori americani.

«Stiamo dialogando con diversi sponsor a livello globale, l'idea è continuare a crescere come club e anche la valutazione verso l'acquisizione di altre realtà è importante. L'Atalanta per noi è il punto di riferimento, ma seguire la strada di Redbull o City Group e portare avanti un progetto di multi-società è una strategia interessante che può creare sinergie importanti. Bisogna diversificare, nel livello e nei valori, ma la strada merita di essere percorsa».

Allo stesso tempo, su agenti e "salary cap", il proprietario nerazzurro è stato molto chiaro: «Dovrebbe essere preso in considerazione un tetto agli ingaggi. Non so se sia politicamente fattibile, perché ci sono molte differenze tra le varie leghe e diversi interessi in gioco. Tuttavia, la Nba ha fatto un lavoro straordinario. In merito agli agenti, negli Stati Uniti hanno fatto un buon lavoro nel cercare di proteggere i giocatori affinché gli agenti svolgano il loro ruolo in modo adeguato. Nei vari campionati europei, invece, ci sono molte meno regole in questo senso. Credo che sarebbe utile avere maggiore supervisione e standard più chiari per garantire che i giocatori siano trattati in modo equo, che vadano nei club giusti e che ricevano la giusta retribuzione. Noi adottiamo un approccio incentrato sul giocatore e cerchiamo di lavorare solo con agenti affidabili, che rappresentano davvero gli interessi dei loro assistiti».

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Giuseppe Francesco

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