L'editoriale di Xavier Jacobelli

Arbitro inetto, Dea scippata, ma non è finita (purché si giochi in undici contro undici)

Arbitro inetto, Dea scippata, ma non è finita (purché si giochi  in undici contro undici)
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di Xavier Jacobelli

Da ventiquattro ottavi di finale a questa parte, il Real Madrid si qualifica sempre. Se da qualche parte sta scritto che la Casa Blanca debba passare il turno per la venticinquesima volta, basta dirlo. Vero Uefa? Ma come si fa a mandare in giro in Champions un arbitro inetto come il tedesco Stieler? La sua direzione è stata disastrosa: non doveva espellere Freuler dopo soli 18’ e l’ha espulso, rovinando l'incontro; doveva cacciare Casemiro che si era tuffato nell’area nerazzurra ed era già ammonito, ma non l’ha fatto; ha fischiato sistematicamente a vanvera.

Ciò detto, bisogna essere fieri di questa grande Atalanta che, in dieci contro undici per un’ora e un quarto, non soltanto ha retto l’urto spagnolo, ma ha offerto una prova splendida quanto a tenuta collettiva, resilienza, abnegazione. L’Atalanta ha subito una sconfitta vistosamente immeritata, è risultata all’altezza dei rivali, alla centesima partita a eliminazione diretta.

L’impresentabile Stieler ha devastato una partita che poteva essere splendida, esaltata comunque dalla prestazione del meraviglioso Toloi, di Dijmsiti, di Romero, di Pessina, per citare i migliori.

Lo sfogo di Gasperini contro gli arbitri incapaci che non hanno mai giocato a calcio è sacrosanto; per non dire del Var assente: non c’era e, se c’era, dormiva. Forse l’Atalanta avrebbe perso lo stesso, ma non così, non in questo modo. Ha detto Toloi: il 16 marzo dobbiamo andare a vincere a Madrid: impresa ardua, ma non impossibile. Purché si giochi in undici contro undici.

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