di Fabio Gennari
Domani sera (12 maggio) l’Atalanta ha la possibilità di avvicinare tantissimo la terza qualificazione consecutiva alla Champions League. Con 3 punti contro il Benevento, i bergamaschi salirebbero a quota 75, con appena due partite da giocare. La Juventus e la Lazio rischiano di restare lontane e a quel punto la Dea dovrebbe poi gestire gli ultimi 180′ minuti di gioco alla ricerca di quel poco che manca per accedere ai primi quattro posti. In particolare, con i bianconeri impegnati sul campo del Sassuolo e poi a Torino con l’Inter e in un momento molto delicato, l’impesa non sembra affatto impossibile.
Serviranno cuore e gambe, un approccio di livello e una prestazione importante contro la formazione di Inzaghi. Il Benevento è a un passo dalla matematica retrocessione in Serie B, ma l’ultima vittoria dei giallorossi è arrivata a Torino contro la Juventus e questo deve far drizzare le antenne: la squadra campana è sull’orlo del baratro, non sarà certo dimessa come il Parma visto domenica e quindi bisogna fare attenzione. La Dea ha tutto quello che serve per farcela, ma bisogna centrare l’obiettivo.
In attacco, dall’inizio o a gara in corso, troverà spazio anche Zapata, che è a un solo gol dal record di marcature di German Denis. Il colombiano ha segnato finora 55 reti in A, l’argentino ha fissato a 56 la quota che oggi gli vale la palma del miglior attaccante straniero della storia dell’Atalanta. Per quanto sta facendo Zapata a Bergamo e per la grande prolificità di tutto l’attacco degli orobici, vedere il numero 91 di Calì in vetta ai marcatori stranieri di sempre sarebbe una bella ciliegina sulla torta.
A questo punto della stagione può sembrare un dettaglio il nome del marcatore, ma i bomber sono legatissimi ai gol che segnano e nell’anno in cui Muriel sta frantumando ogni suo record nella massima serie, sarebbe importante ritagliare un posticino anche a Zapata nella sfilza di numeri che resteranno a futura memoria per spiegare, raccontare, esaltare e magnificare un ciclo che mai si era visto ai piedi di Città Alta. Le Mura ne hanno passate tante, ma un’Atalanta così è la prima volta che possono ammirarla.