Bellini, l'annuncio tra i tifosi «Ultimi tre mesi da calciatore»

Bellini, l'annuncio tra i tifosi «Ultimi tre mesi da calciatore»
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Bellini e i bambini, i due che animano la casa che divide con la moglie Cristina e quelli che ieri allo Store di OrioCenter lo hanno abbracciato. Bellini e la maglia dell’Atalanta che ha indossato oltre 430 volte, ma che abbandonerà definitivamente tra poco meno di tre mesi. Bellini e la vittoria, quella che manca alla sua squadra da ormai troppo tempo e che invece serve da matti, per ritrovarsi e avvicinarsi in modo decisivo alla salvezza. L’ennesima della sua bellissima storia nerazzurra. Le 6 della sera di un mercoledì freddo e uggioso. Fuori le luci dei lampioni illuminano i parcheggi di OrioCenter, dentro ci sono tanti appassionati che aspettano il capitano nerazzurro sull’uscio dello Store Ufficiale Atalanta. L’appuntamento con Bellini era già stato programmato alcune settimane fa ma il difensore orobico, poche ore prima, aveva dovuto rimandare per l'arrivo proprio del suo secondogenito Luca.

 

 

Il ritiro. Gianpaolo ha dunque atteso qualche settimana prima di lasciarsi andare all’abbraccio della sua gente. A partire dal piccolo Leo, che appena lo ha visto gli ha chiesto con schiettezza: «Vuoi essere mio amico?». E in fondo, il capitano con la più lunga militanza della storia atalantina (sono 432 le presenze complessive) non poteva dire di no. Lui è amico un po’ di tutti, lo è da quando si affacciò in prima squadra nel 1998, ma forse pure da prima. Quanto all'annuncio più importante, Gianpaolo non ha scelto frasi ad effetto, come mai ha fatto nella sua carriera. A precisa domanda, prima di incontrare la sua gente, ha dato una conferma che tutti si aspettavano ma che vista e sentita così, buttata sul tavolo con il suo solito sorriso, tocca i tifosi nel profondo. «Sono gli ultimi tre mesi da calciatore, poi parleremo con la società per vedere quale sarà il miglior ruolo per il futuro». Sembrava che il ritiro fosse già certo nella scorsa estate, poi arrivò un rinnovo e altre presenze al fianco dei compagni per aiutare l’Atalanta. Il fisico non lo sostiene più come vorrebbe, i problemi muscolari sono spesso difficili da recuperare.

 

 

I numeri. Bellini compirà 36 anni nei giorni di Pasqua, il 27 di marzo prossimo. Alcuni almanacchi fissano l’inizio della sua storia con l’Atalanta nel 1986, dunque sono tre i decenni passati con addosso i colori nerazzurri. Con l’Atalanta Bellini è diventato prima uomo, poi marito e infine padre. Ha lottato per la salvezza, ha giocato pochi giorni dopo la scomparsa di mamma Cristina (era il novembre del 2005), ha esultato per quattro promozioni e nei 18 campionati da professionista per ben 13 volte si è trovato a vivere una stagione di Serie A. Ma per ricapitolare i suoi numeri, rivedere gli 8 gol realizzati e raccontare i momenti più speciali della sua vita atalantina ci sarà tempo. Ora non resta che godersi gli ultimi mesi della sua avventura da calciatore e stringersi attorno a lui, come accaduto ieri a Orio.

 

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Il numero 6. Nel maggio 2012, i tifosi della Curva Pisani salutarono il campionato con una coreografia da pelle d'oca. Sette maglie giganti vennero esposte dagli spalti mentre sopra un lungo striscione recitava: “Essere Atalantini, Esserlo dentro.. Le bandiere non sono gli ottimi giocatori ma uomini d’esempio e ricchi di valori”. Le casacche mostrate con orgoglio dalla Pisani furono quelle di Angeleri, Gardoni, Bertuzzo, Stromberg, Magrin, Bonacina e infine proprio lui, Bellini. Indicato con la maglia numero 6, la stessa che in versione extralarge copriva un palazzo vicino alla chiesa di Sarnico, nel giorno del matrimonio del giocatore nerazzurro. Non sappiamo se il suo numero 6, dopo la fine di questo campionato, verrà ritirato, né come stanno pensando di salutarlo quei tifosi che, nel bene e nel male, gli sono sempre stati vicino. Mancano 13 partite alla fine del campionato, Bellini vuole ancora provare a dare una mano. «Ci manca solo una vittoria per ritrovare fiducia e autostima», ha dichiarato pensando alla Fiorentina. Prima del ritiro c'è da pensare alla fine del campionato.

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