Tutto il bello che rimane dopo la trasferta ad Haifa

Tutto il bello che rimane dopo la trasferta ad Haifa
Pubblicato:
Aggiornato:

Le sensazioni che restano, dopo l’incredibile viaggio ad Haifa in Israele, sono quelle dei giorni migliori. Per l’Atalanta, per l’esperienza vissuta e per il futuro, visto che la stagione è solo all’inizio e quello che abbiamo visto in campo è molto promettente pensando ai prossimi mesi dei nerazzurri. Il sogno Europa League è lontano appena 180 minuti, la squadra di Gasperini ha tutto per riuscire a centrare la qualificazione e l’unica cosa che conta davvero è la concentrazione.

 

 

Haifa inferiore, Atalanta troppo forte. La squadra affrontata dalla Dea giovedì sera al Sammy Ofer Stadium è al livello di una nostra compagine di serie C. La valutazione prescinde dal contesto ambientale (stadio grande ma presenze ridotte seppur rumorose) e dalle condizioni climatiche (durante la partita l’umidità era al 90 per cento...) e si concentra esclusivamente sui risvolti tecnico-tattici del match. In ogni zona del campo i nerazzurri sono apparsi superiori, e se non fosse stato per un pizzico di sfortuna e di imprecisione sarebbe arrivata la seconda goleada in pochi giorni. Nonostante lo svantaggio iniziale, la Dea ha subito rimesso le cose a posto trovando quattro gol con quattro marcatori diversi e raggiungendo quota 14 reti in tre partite, a fronte dei 3 subiti. In difesa qualcosa si può certamente migliorare, ma finalmente la squadra riesce a tradurre in rete molto di quello che crea, riuscendo a dare seguito alla bellezza della manovra. Per intenderci, nello stesso turno preliminare, lo Zenit e il Feyenoord ne prendono 4 a Minsk e Trencil, segno evidente di come non ci siano gare scontate.

 

 

Israele, una grande esperienza per tutti. La trasferta ad Haifa, dal punto di vista umano e professionale, è stata una bella esperienza per tutti. Il viaggio su Tel Aviv e le quasi due ore di bus per arrivare poi ad Haifa confermano che si è trattato di una mezza avventura. In quel lembo di Israele affacciato sul mare abbiamo visto e vissuto tante piccole grandi cose che hanno influenzato il lavoro di tutti, calciatori e giornalisti. Allo stadio, nei centri commerciali e per strada la presenza della polizia è discreta ma costante, si avverte un po’ di tensione per le faccende legate ai rapporti con i palestinesi, ma non ci sono stati problemi. I 48 tifosi che sono arrivati nel settore ospiti sono entrati alla spicciolata e qualcuno venerdì sera alle 19 era ancora a Tel Aviv. Esserci stati è motivo di grande orgoglio anche per conoscere un calcio lontanissimo da quello che siamo abituati a vedere noi. L’Hapoel Haifa non è una grande d’Israele, però gioca in uno stadio bellissimo e in un ambiente affascinante e complesso, tanto che prima di capirlo bene la partita è già finita.

 

 

I prossimi passi, aspettando Ilicic. Oggi l’Atalanta è a riposo, Gasperini ha lasciato liberi i suoi giocatori venerdì pomeriggio e li ritroverà domenica per l’amichevole con il Rezzato in programma alle 17.30 a Zingonia. Tra meno di una settimana finisce il mercato, ma non sembrano esserci altri movimenti all’orizzonte. La concentrazione è sulla sfida di ritorno con l’Haifa e sul recupero di Ilicic. Giovedì prossimo a Reggio Emilia sarà fondamentale dare spazio a chi gioca meno, la qualificazione non è in discussione e quindi dentro i ragazzi. In effetti, l’unico giocatore che in questo momento non si sta godendo il riposo è Josip Ilicic: lo sloveno è sempre alle prese con il problema al linfonodo e da venerdì pomeriggio è ricoverato in ospedale a Bergamo dove rimarrà fino a domenica. Intensificando la cura antibiotica si cerca di velocizzare il più possibile la guarigione: ormai siamo a circa 20 giorni di assenza e se da un lato non c’è nulla che preoccupa, dall’altro è bene che tutto si risolva per rivedere in campo un giocatore fa sempre la differenza.

Seguici sui nostri canali