Dopo il tour de force di inizio 2021, si può dire: grande Atalanta! Solo una sconfitta e...
A un mese e mezzo dall'inizio del 2021 e con tante partite giocate, la Dea può già guardare con grande soddisfazione al rendimento stagionale
di Fabio Gennari
Il filotto di inizio 2021, 13 gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia, restituisce agli appassionati un'Atalanta da applausi per almeno tre motivi: la squadra ha tenuto botta in campionato restando aggrappata al treno Champions (ben cinque squadre in 3 punti con due posti a disposizione), si è regalata la finale di Coppa Italia e, soprattutto, c'è un'evidente crescita del gruppo nel momento in cui la partenza di Gomez avrebbe fatto pensare a tutti il contrario.
Partiamo subito da questa considerazione e mettiamo in chiaro, per l'ennesima volta, il concetto: non è una questione di confronto tra l'ex capitano e Pessina, l'equilibratore che da settimane ormai è il titolarissimo in quella posizione di campo. Il Papu ha fatto grandi cose ma ormai è il passato, il presente e il futuro sono rappresentati da una squadra che si è fortificata intorno al suo allenatore, con giocatori che hanno dato tutti qualcosa in più e con risultati che (nonostante un Ilicic a corrente più che alternata) continuano ad arrivare.
Delle 13 partite giocate, 9 sono di campionato e il bilancio è perfino stretto per quello che si è visto: 5 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta. I successi ottenuti contro Sassuolo, Parma, Benevento, Milan e Cagliari sono indiscutibili, i punti strappati a Torino (da 3-0 a 3-3), Genoa e Udinese avrebbero potuto tranquillamente essere qualcuno in più per una classifica che (nonostante il passo falso contro la Lazio) resta davvero da applausi. Tutti, in una situazione di calendario così compressa, perdono qualcosa per strada e quindi potersi giocare nelle prossime 16 gare un'altra volta la qualificazione in Champions contro tutti i colossi del campionato è un grande merito.
Ultima, ma certamente non meno importante, la conquista della finale di Coppa Italia. Il prossimo 19 maggio a Roma (quasi scontata ormai la sede della finale) contro la Juventus i nerazzurri proveranno a mettere in bacheca il secondo trofeo della propria storia dopo aver fatto fuori Cagliari, Lazio e Napoli in meno di un mese (dal 14 gennaio al 10 febbraio) e vincendo per tre volte con tre reti all'attivo (più un pari per 0-0 al Maradona). La qualificazione all'ultimo atto del trofeo nazionale permette di avere un'altra porta per l'Europa sempre aperta: si gioca tra la penultima e l'ultima giornata di Serie A e questo è un grande vantaggio perché porta stimoli fino alla fine.