Benalouane il guerriero dall'animo sereno
Tanto grintoso in campo, quanto tranquillo e riservato fuori dal terreno di gioco. Yohan Benalouane ormai è diventato un pilastro della squadra di Colantuono. Visto da vicino è davvero un grande atleta, durante l'intervista però esce tutta la tranquillità del ragazzo nato in Francia ma con origini tunisine che a Bergamo ha imparato a conoscere l’affetto della gente e le bellezze di Città Alta.
1) Yohan Benalouane, l’Atalanta arriva da 3 sconfitte in 5 partite. Tutte consecutive: come si resta sereni?
Penso che vivere con tranquillità momenti come questi in cui non arrivano i risultati sia un segnale, una qualità importante del gruppo. Abbiamo piena coscienza del lavoro che facciamo, sappiamo che la strada giusta è questa e il lavoro alla fine sarà ripagato. Credo che l’Atalanta abbia un gioco, bello da vedere. Ogni giorno diamo il massimo, la società non ci fa mancare nulla e dobbiamo solo restare concentrati e continuare così. I risultati arriveranno, sono sicuro.
2) In mezzo alla difesa sembra che tu sia sempre più sicuro: segreti?
Credo che la verità sia molto semplice da spiegare. A Bergamo, nell’Atalanta, ho trovato stimoli e un ambiente che è molto vicino al mio modo di vivere e di intendere il calcio. Quello che riesco a fare in campo non è solo merito mio, qui veramente ci sono una società, un gruppo ed un allenatore che permettono di dare tutto e di fare il massimo. Sono fortunato, non lo nascondo, perché ogni settimana lavoro con ragazzi che la domenica collaborano aiutandosi a vicenda: le prestazioni sono il risultato di questo lavoro e penso che sia tutto l’insieme a meritare applausi. Non solo il singolo.
3) Ci racconti Giuseppe Biava? Com'è lavorarci vicino?
Il calcio italiano è una delle migliori scuole per crescere a livello difensivo. Lui è nato qui e si è formato nel tempo, è molto intelligente e durante le gare incontra poche difficoltà a livello tattico contro qualsiasi avversario. Io posso dire che è una persona matura, davvero bravo in campo e credo che sia giusto che tutti lo considerino un grande esperto. Personalmente, anche da questo punto di vista, sono fortunato perché posso lavorare vicino a lui: lo osservo e provo sempre a migliorarmi.
4) Ti manca ancora il gol con l'Atalanta, ti pesa?
Un gol è sempre qualcosa che fa piacere. Il mio primo obiettivo però è quello di stare bene in difesa, di lavorare al massimo per non prendere delle reti. Certo, segnare può aiutare la squadra ed ogni soddisfazione personale è sempre benvenuta ma non dobbiamo mai perdere di vista ciò che è più importante per il gruppo, per gli equilibri, per la partita quindi sono sempre molto concentrato a non subire più che ad offendere.
5) Ogni tanto fai delle giocate in uscita dalla difesa palla al piede da applausi. Non sono proprio iniziative da difensore, eppure sembri tranquillissimo.
Sono giocate che mi vengono naturali, l’anno scorso contro il Napoli piuttosto che domenica contro la Juventus ci ho provato ed è andato tutto bene. In passato, ho giocato anche in attacco o con il numero 10, con gli amici mi è sempre piaciuto giocare con la palla e quindi mi sono esercitato ma cerco di limitarmi. Il mister non è molto contento di questa cosa (sorride, ndr), lui chiede tantissimo in fase difensiva e preferisce le cose semplici. Lo so benissimo e, anche se mi vengono quasi spontanee certe giocate, penso soprattutto al bene del gruppo e limito al massimo ogni rischio.
SPO,CALCIO Atalanta Stagione 2014-2015
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6) Ma sei francese o tunisino?
Sono nato in Francia a Bagnols-sur-Cèze, un paesino di circa 20.000 abitanti nel sud del Paese. Mia mamma è francese e mio padre è tunisino quindi ho potuto prendere il doppio passaporto. Calcisticamente sono cresciuto nel Saint-Etienne, ho passato 10 anni molto intensi ed importanti con la società bianco verde prima di arrivare in Italia per giocare in questo campionato.
7) Il tuo arrivo in Italia, a Cesena: come è andata?
Devo essere sincero, non è stato facile. Sono arrivato per firmare con un’altra squadra, non abbiamo trovato l’accordo e proprio in chiusura di mercato sono passato al Cesena. Non conoscevo la squadra e la realtà, sono passato dal Saint-Etienne dove avevo le mie abitudini e, di colpo, cambiare Paese, lingua e riferimenti non è stato per nulla agevole. L’aspetto positivo di questa esperienza è che dal punto di vista umano sono cresciuto molto, la gente mi ha aiutato tantissimo e devo ringraziarli.
8) Bergamo e l'Atalanta sono una cosa sola, qual'è il tuo rapporto con la città?
Allo stadio e al campo sentiamo il calore dei tifosi. Il mio rapporto personale è molto semplice, succede di scambiare qualche parole ed è sempre un piacere incontrare la gente che ti segue e ti fa sentire il suo appoggio. E’ bello che ci sia questa reciprocità: io lavoro e mi impegno per dare tutto in campo, i tifosi fanno il massimo per darci il loro aiuto e per me questo è molto importante. Lo sento sempre, in ogni occasione.
9) Come finisce Sampdoria Atalanta?
Eh eh (ride, ndr) possiamo saperlo solo a fine partita. Battute a parte, sarà una gara tosta perché hanno una buonissima classifica e vivono un grande momento. Anche noi dal punto di vista del gioco siamo messi bene, serve solo un pizzico di fortuna per trovare anche il risultato ma sono fiducioso: andiamo a giocarci la partita e cerchiamo di portare a casa un risultato importante.
10) Chiudiamo con qualche curiosità:
A tavola: carne o pesce? Carne
Vino o birra? Vino
Rosso o bianco? Rosso
Devi vestirti: polo o camicia? Camicia
Scarpa elegante o sportiva? Sportiva
Vacanza: mare o montagna? Mare
Stanza singola o in coppia in ritiro? Dipende, a volta doppia con Dramè ma capita anche di essere solo
Macchina sportiva o comoda? Adesso comoda
Dove vivere: Città o campagna? Campagna, 100 volte
Bergamo Alta o Bergamo Bassa? Alta, è davvero molto carina. Anche se il punto più interessante della città è certamente in città bassa: parlo dello stadio!