Mettiamo i puntini sulle "i"

Bisogna essere chiari: Ivan Juric può allenarli e motivarli, ma non può fare gol al posto dei giocatori

Nelle partite in cui è mancato il successo, la squadra ha costruito tanto, ma i singoli hanno mancato occasioni davvero importanti. Non può essere colpa del mister

Bisogna essere chiari: Ivan Juric può allenarli e motivarli, ma non può fare gol al posto dei giocatori

I risultati condizionano i giudizi. È sempre stato così e sarà sempre così. Però bisogna anche trovare un punto di equilibrio nelle valutazioni, considerare quello che accade e misurarne la costruzione (prima) e la finalizzazione (poi).

Nel giro di tre giorni, l’Atalanta ha giocato contro Lazio e Slavia Praga, due partite finite 0-0, le prime stagionali della Dea finite a reti bianche. Al netto della sostituzione di Lookman con la Lazio, poco compresa e condivisa da tifosi e commentatori, la domanda è: cosa può fare Juric se in campo vengono fallite occasioni da gol in quantità industriale?

Contro la Lazio, in rapida successione: Zappacosta nel primo tempo, Lookman (di testa e di piede), Ahanor e ancora Zappacosta nel finale con il palo. Fanno cinque occasioni pulite sprecate. Nella gara contro lo Slavia Praga: Kossounou, De Ketelaere, due volte Krstovic, Sulemana in contropiede e Scamacca due volte nel finale di testa e di piede. Fanno altre sette situazioni molto pericolose non sfruttate. Complessivamente, parliamo di dodici palle gol in due partite finite 0-0, con gli avversari che arrivano massimo a tre.

Di fronte a numeri di questo tipo, tutte le teorie sul gioco, lo spettacolo, il modulo, l’atteggiamento e cose simili vanno a farsi benedire. Il calcio è gol, il gol è trasformare occasioni concretizzandole. L’allenatore deve preoccuparsi di mettere in campo una squadra in grado di creare situazioni in cui andare in rete e l’Atalanta, lo dicono i numeri, lo sta facendo. Lo ha fatto anche con il Como, con il Pisa. Eppure parliamo di quattro pareggi. Juric poteva fare di più o meglio? Magari sì, però non è lui che scende in campo e non può essere lui a fare gol.