Bruno che segue e tifa la Dea dal paradiso di Santo Domingo
Cercate “Las Terrenas” su Google. Penisola di Samana, siamo a Santo Domingo. Visto che paradiso? Bene, oggi raccontiamo la storia di Bruno (il primo a sinistra nella foto di copertina) che in quegli splendidi luoghi ci vive ormai da 9 anni eppure continua a seguire l’Atalanta come prima. Già, perché le scelte di vita a volte ti portano lontano. Però se percorri i 7660 chilometri che separano Bergamo dai Caraibi con chi hai conosciuto in Curva Nord, tutto sembra più semplice.
Bruno, un atalantino a Santo Domingo: ci racconti la tua storia?
Sono partito nel 2005 con la mia compagna Susy, entrambi abbiamo assiduamente frequentato il mondo Atalanta e ci siamo conosciuti nella Nord del Bortolotti. Dopo un paio di mesi Susy è rimasta incinta di Gabriel, il nostro figlioletto che ha da poco compiuto 9 anni. Il primo periodo è stato abbastanza duro, ambientarsi non è stato facile e la preoccupazione di dover trovare un lavoro con l’arrivo del piccolo è stata abbastanza assillante. Con tanta pazienza e sacrificio siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo e oggi siamo felici.
Come segui l'Atalanta da così lontano?
L’Atalanta la seguo quotidianamente grazie all’informazione via web, Atalantini.Com è il collegamento principale e così riesco ad essere sempre informato. Oltre a questo devo dire tanto streaming, quando sono fortunato ci sono le gare in diretta su Espn, Fox Sport oppure Rai International. Insomma, la distanza si abbatte facilmente.
Cosa ne pensi del momento della squadra? Sei preoccupato?
In verità, mi aspettavo un'Atalanta più pimpante, è anche vero che abbiamo una squadra nuova e soprattutto giovane. Non sono troppo preoccupato perché so che le squadre del Mister rendono soprattutto dopo gennaio e, se fino ad ora, con l’attacco meno prolifico d’Europa, siamo appena sopra la zona rossa quando rientreranno gli infortunati ed i giovani avranno più esperienza probabilmente arriveranno anche prestazioni convincenti e punti. Oltretutto confido molto nello staff tecnico, loro lavorano quotidianamente con la squadra, monitorano i giocatori e sono consapevoli delle scelte che fanno. Ho tanta fiducia.
Chi è il giocatore che ti rappresenta di più e chi quello a cui vorresti inviare un messaggio speciale?
Per grinta e spirito di sacrificio mi sento rappresentato dal cileno Carlos "7 pulmones" Carmona. Secondo me lui è uno dei giocatori più sottovalutati di questo campionato. Vorrei incoraggiare il “Tanque” Denis, spero davvero che possa tornare il realizzatore di sempre perché ci manca moltissimo. Il suo contributo è fondamentale.
L'ultima volta che sei stato a Bergamo e allo stadio quando è stata?
A Bergamo ci sono stato recentemente, era il mese di giugno di quest’anno. Ahimè, l’Atalanta era in vacanza e c’erano i Mondiali in Brasile quindi non ho potuto assaporare l’atmosfera del Bortolotti. L’ultima volta che sono stato allo stadio è stata la presentazione della squadra nel lontano 2011: una grande emozione.
C'è un messaggio che vuoi inviare al gruppo in questo periodo così difficile?
Esordisco con una massima:«L’Atalanta non si discute, si ama…nella buona e nella cattiva sorte». Credo il tifoso atalantino stia diventando troppo negativo, troppo spesso si vede il bicchiere mezzo vuoto senza considerare le attenuanti come infortuni, squadra nuova, organico giovane, calcio italiano ormai in declino. Dico solo che dovremmo essere tutti più equilibrati e stringerci intorno alla squadra soprattutto nei momenti più difficili, i giocatori sono giovani, hanno bisogno del nostro sostegno!