Caro Marten, complimenti per il record. Ma è un dettaglio, conta tutto il resto
Lettera aperta a un giocatore che ha indissolubilmente legato il proprio nome all'Atalanta. E che ci rende orgogliosi in ogni partita
di Fabio Gennari
I numeri sono questi: 282 presenze, 17 gol e 19 assist. Li scriviamo subito perché, caro Marten, sono il dettaglio meno importante di tutta la tua esperienza bergamasca. Ci permettiamo di darti del tu perché sei molto più bergamasco di quanto tu possa pensare. Sembri il ragazzo della porta accanto, sei pienamente consapevole della maglia che indossi e ogni volta la onori. Dal primo all'ultimo istante.
Ormai sei completamente atalantino, si capisce da tante piccole cose e anche sentirti dire che con l'Udinese potevate fare molto di più fa capire dove finisce il professionista e inizia il nerazzurro che c'è in te.
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Da quando sei a Bergamo, ogni partita aggiunge un pezzo alla tua storia. Una storia fatta di fatica e rincorse, di energie spese per i compagni e vittorie festeggiate insieme. Anche di momenti difficili, certo. Magari senza il tuo nome in copertina, ma tra i primi da ricordare.
E pensare che questo record avremmo anche potuto festeggiarlo prima se non fossi andato un anno in Premier League, al Middlesbrough, per provare l'effetto che fa. Quei mesi ti sono serviti per capire che a casa si sta bene, per comprendere fino in fondo che questa è casa tua.
La gente ti vuole bene, non tanto per giocate spettacolari ma per quello che fai. Per come lo fai, per la continuità con cui lo fai. In Serie A sei uno dei pochi ad avere il cento per cento dei minuti giocati e per come stai giocando meriti solo applausi. Da chi ti conosce personalmente, ma anche da chi ti apprezza "solo" sul campo di calcio. Il bello è che tu, quel campo di calcio, lo onori pure dopo il fischio finale salutando tutte le tribune: prima lo facevi da solo, ora ci porti tutti i compagni. Perché l'esempio vale più di tutto. Sempre.