CDK, il K2 ( Koopmeiners, Kolasinac) e un'Atalanta che non deve porsi limiti
di Xavier Jacobelli
Charles De Ketelaere aveva segnato il suo ultimo gol 506 giorni fa, con la maglia del Bruges; era rimasto a secco nell'anno milanista, durante il quale aveva racimolato 1.101 minuti, cioè poco più di 12 partite, peraltro giocate a spizzichi e bocconi. A Reggio Emilia, il talentuoso fiammingo è entrato in campo all’inizio della ripresa: in venti minuti, fra il 63’ e l’83’, prima ha colpito la traversa e poi ha segnato, di testa, coronando una prova molto positiva. Ora, se è ancora troppo presto per parlare di rinascita, poiché siamo soltanto all'inizio del campionato, non è esagerato affermare che l’aria di Zingonia stia già facendo molto bene al nazionale belga. E per dirla tutta, fa un gran bene a tutta l'Atalanta: la vittoria sul Sassuolo è stata più netta del risultato finale, arrotondato dalla prodezza di Zortea, un ragazzo del vivaio, come Ruggeri e Scalvini.
Nel primo tempo, Kolasinac è stato l'unico nuovo acquisto schierato da Gasperini; nella ripresa, al solito, l’allenatore ha azzeccato i cambi. De Ketelaere, Ederson, Scamacca, Zortea: non ha sbagliato una mossa, Gian Piero, confortato dalla splendida prestazione di Koopmeiners e di Kolasinac, grande colpo di mercato a parametro zero. Il nazionale bosniaco è una vera roccia in difesa e garantisce una spinta costante propulsiva a sostegno della manovra.
Aggiungete che Musso, con almeno tre pregevoli interventi, ha ripagato la fiducia accordatagli dal tecnico (e, con Carnesecchi, l’Atalanta ha due grandi portieri); De Roon ha celebrato da par suo la partita n. 300 in maglia nerazzurra, come Djimsiti la n. 150; Scamacca ha mostrato subito una tale smania di brillare che, come CDK, si prenderà molte soddisfazioni.
Con un organico di simile qualità - e facendo molti auguri a El Bilal Touré perché bruci i tempi di recupero dal grave infortunio che ha subito - questa è un'Atalanta che non deve porsi limiti.