Certe partite si giocano sul filo dei dettagli, per l'Atalanta è un onore misurarsi a questi livelli

di Fabio Gennari

Ci sono i risultati, ma ci sono anche le partite. La Juventus, un mese fa, ha battuto l'Inter 1-0, eppure, prestazione alla mano, meritava di perdere. L'Atalanta, contro l'Inter, ha tenuto il campo molto bene nel primo tempo ed è andata sotto su una palla inattiva prendendo il secondo gol sotto di un uomo.

Allo stesso tempo, in attacco la Dea ha creato poco e questo è un difetto visto che le due squadre, prima del fischio d'inizio, avevano praticamente lo stesso numero di gol fatti, ma anche subiti (26 la Dea, 27 i milanesi).

Tutto questo per dire cosa? Semplice: l'Atalanta ha perso ieri (16 marzo) lo scontro diretto che poteva lanciarla in testa a pari punti con l'Inter, ma non esce certo ridimensionata dalla contesa. Vero che con l'Inter sono otto sconfitte di fila, vero che Inzaghi trova sempre il modo di mettere in difficoltà Gasperini, ma è altrettanto vero che la squadra orobica a certi livelli continua a misurarsi con grande forza e il merito è quello di continuare a provarci e a credere in qualcosa di grande. Anzi, grandissimo.

Certe partite si possono vincere così come perdere nel giro di una manciata di minuti, la sensazione è che ieri sera i bergamaschi non siano mai davvero riusciti a impensierire la squadra di Inzaghi, ma hanno tenuto comunque bene il campo. Prima e dopo il gol del vantaggio di Carlos Augusto. Adesso ci saranno due settimane in cui cercare di lavorare su quello che la squadra può ancora fare, senza farsi travolgere dalla tristezza per lo scudetto che si allontana. Bisogna essere forti.