Cessioni? Un passaggio importante, con l'Atalanta che di certo non intende fare regali
La questione delle partenze non è di poco conto, bisogna operare bene e senza avere fretta per piazzare i calciatori che non rientrano nei piani
di Fabio Gennari
Bakker per la fascia sinistra, Kolasinac in difesa e Adopo per completare la mediana. Con questi tre innesti l'Atalanta punta a iniziare il lavoro per la stagione 2023/24 la prossima settimana e, prima di vedere altre operazioni, sarà necessario lavorare alle cessioni. Attenzione: cedere non significa regalare, l'Atalanta deve tener conto anche del peso a bilancio di un calciatore, evitare le minusvalenze e non svalutare ragazzi che, se anche non sono più funzionali al progetto, mantengono comunque un valore importante.
Il ragionamento vale per tutti, ma alcuni casi sono più eclatanti di altri. Merih Demiral lascerà Bergamo, l'anno scorso è stato pagato 20 milioni alla Juventus ma da mesi non è più nelle rotazioni dei titolari. Motivazioni e scelte sono tutte del comparto tecnico, ma un calciatore del 1998, nazionale turco, che a bilancio vale ancora 15 milioni di euro circa non si può pensare che vada via in prestito secco. Si proverà, giustamente, a monetizzare per rientrare dell'investimento e anche il ragazzo, con il suo entourage, dovrà lavorare forte per portare squadre interessate.
Altre situazioni, come ad esempio quella di Soppy, sono da valutare anche in prospettiva (un prestito, nel suo caso, potrebbe dargli spazio per mettersi in mostra), mentre quelle relative agli infortunati con diversi problemi nelle ultime stagioni (Palomino e Zapata su tutti) meritano un ragionamento ancora diverso. Con la bilancia tra necessità economiche e valutazioni tecniche di prospettiva che pende nettamente dalla parte dell'opportunità legata all'utilizzo in campo.
Un ventaglio di possibilità molto ampio, una matassa difficile da sbrogliare, perché volontà di cedere e avere squadre interessate sono due cose che non sempre si incrociano nei tempi e nei modi che si vorrebbero. Tocca pazientare. E lavorare forte. Anche per quei giocatori che si considerano a fine ciclo o che lasciano grandi dubbi in merito alla possibilità di tornare a un rendimento di livello dopo una o due stagioni con molti più bassi che alti. Leggasi, ad esempio, il nome di Muriel.