5 motivi per cui il Borussia è la squadra giusta da sfidare

5 motivi per cui il Borussia è la squadra giusta da sfidare
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Il Borussia Dortmund è il miglior avversario che l’Atalanta potesse pescare nell’urna di Nyon. Nessuna provocazione; in attesa della sfida di questa sera a Genova con il Grifone, siamo convinti che una (doppia) partita come quella che ci aspetta contro i tedeschi rappresenti veramente una di quelle occasioni che capitano pochissime volte nella vita. Nessuna spocchia, nessun delirio di onnipotenza né tantomeno perdita della giusta misura: per noi dell’Atalanta, sfidare il Borussia è quasi un sogno che si avvera.

 

 

1 - Qual è il vero obiettivo? Continuare a sognare

Prima di fare qualsiasi considerazione tecnico-tattica, è fondamentale mettere a fuoco l’obiettivo: se qualcuno pensa che sia importante vincere l’Europa League, allora siamo stati sfortunatissimi nel sorteggio. Se invece la prospettiva è quella di continuare a scrivere pagine indelebili della storia atalantina, vivendo ogni emozione senza guardare troppo avanti, il Borussia Dortmund rappresenta quanto di meglio si potesse pescare nell’urna. Parliamoci chiaro: ad agosto, sulla carta, l’Atalanta era spacciata secondo tanti "esperti". Poi però, in campo, ci vanno le idee, gli allenamenti, il sudore, valori che hanno permesso alla Dea di stravincere il girone. Perché aver paura adesso di una compagine che arriva sì dalla Champions, ma che ha ottenuto due pareggi contro l’Apoel di Nicosia per essere poi presa a pallate da Real Madrid e Tottenham? I ciprioti, in campionato, sono un punto dietro l’Apollon di Limassol che è stato avversario dell’Atalanta in Europa League. La doppia sfida con le api tedesche rappresenta una grandissima occasione per tutto l’ambiente orobico, nessuno pensa che si possa fare un confronto tra le due realtà ma tutti devono essere convinti che in campo l’Atalanta possa giocarsela senza problemi. Del Lione si diceva che era più forte, stesso discorso dell’Everton: il campo ha dimostrato il contrario. E anche il Borussia andrà affrontato in 180' minuti, non ci si misurerà per un intero campionato. Quindi, tutti insieme, continuiamo a sognare.

 

2 - Contro avversarie così, l’Atalanta si esalta

Ci sono alcuni dati che, analizzati a fondo, sono perfino clamorosi. In Europa League, l’Atalanta ha giocato partite strepitose sia sotto il piano della manovra che dal punto di vista tattico e difensivo. La gara d’esordio con l’Everton, la trasferta di Lione, la notte di Liverpool e la chiusura a Reggio con i francesi resteranno nella memoria e nel cuore di tutti noi per tantissimo tempo. Particolare non da poco: in queste quattro gare, la Dea ha segnato 10 gol subendone solo 2. Quando si è trattato di affrontare l’Apollon di Limassol, Gomez e compagni sono apparsi meno scintillanti. In casa con i ciprioti la Dea ha preso gol al primo tiro in porta, a Nicosia è successo lo stesso ma all’ultima occasione utile. La stessa cosa, con cali di concentrazione e intensità importanti e improvvisi, è avvenuta anche in campionato. Domanda: non appare scontato che una squadra come quella nerazzurra, certo non abituata a certi palcoscenici, tradisca difficoltà se le motivazioni non stanno al massimo? Dunque, ben venga il Borussia Dortmund.

 

3 - Il nome e il blasone non scendono in campo

Il Borussia Dortmund ha 108 anni, il palmares dice che sono otto gli scudetti conquistati, quattro le coppe di Germania, cinque le Supercoppe, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. A livello nazionale parliamo di una compagine tra le più titolate, che gioca in uno stadio da favola e con una partecipazione di pubblico per certi versi sbalorditiva: i numeri raccontano di una media spettatori quasi costantemente sopra quota 80mila in campionato. Se a tutto questo aggiungete i tanti giocatori di livello e caratura internazionale che hanno vestito la maglia giallonera è chiaro che il confronto con l’Atalanta diventa improponibile. Finita la lista dell’argenteria, resta una squadra che è in grossa difficoltà e che ha appena cambiato allenatore; tanti dicono che a gennaio verranno sistemate le cose sul mercato ma intanto le voci più insistenti parlano di una cessione della stella Aubameyang. Tra due mesi, forse, le cose staranno diversamente, ma oggi tra le due squadre sta certamente meglio l’Atalanta. Gasperini ha per le mani un gruppo che conosce a memoria il suo modo di giocare, i giocatori lo seguono in tutto e per tutto e in Italia come in Europa la Dea scende in campo con la mentalità della grande squadra. I risultati delle partite vengono sempre determinati dai gol fatti e non subiti, non si è mai visto un risultato inficiato dagli scudetti vinti o da qualche pallone d’oro. Oggi l’Atalanta è una squadra vera, il Borussia ha tanti talenti ma non appare come un gruppo forte e insuperabile. Bisogna crederci.

 

4 - L’Atalanta non ha nulla da perdere

Questo elemento, insieme al punto 1, rappresenta la vera forza della squadra orobica. L’Atalanta ha già fatto qualcosa di sensazionale e da qui in avanti non ha più nulla da perdere. Non ci saranno tatticismi esasperati, non si scateneranno campagne mediatiche né qualcuno si sognerà di mettere sul banco degli imputati l’allenatore o un giocatore se dovesse capitare di uscire. Nessuno mette le mani avanti, bisogna soltanto essere concreti, sinceri e realisti. L’Atalanta, nei prossimi 180' minuti di Europa League, ha la possibilità di fare qualcosa di straordinario, nemmeno il tifoso più incallito poteva sognare una cavalcata di questo tipo e adesso che il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Provate a pensare: passare il turno o uscire dal torneo con il Ludogorets cosa ti lascia? Hai fatto il tuo dovere se vai avanti, fallisci pesantamente se vieni eliminato. Con il Borussia Dortmund, invece, ogni risultato sarà una festa: in caso di eliminazione, gli altri saranno stati più forti; in caso di passaggio agli ottavi il contraccolpo emotivo rischia di diventare esaltante per una provincia intera. Già, una provincia intera. Perché l’Atalanta (a parte poche eccezioni) la vivono e la seguono con tutto il cuore solo i figli della nostra terra, al tavolo delle 32 squadre migliori di questa Europa League il nome della società orobica sembra quasi di troppo e invece le prestazioni sul campo stanno esaltando tutti gli amanti del calcio. Quella della Dea, se pensiamo a risorse economiche e filosofia societaria, è una favola ancora più incredibile di quella del Leicester e se dovessimo passare il turno la carica emotiva diventerebbe totale: era già successo nel 1988 in Coppa delle Coppe, ricordate? Ecco, noi bergamaschi siamo evidentemente fatti per queste cose.

 

5 - Il ritorno a Reggio Emilia sarà decisivo

Dal momento in cui è uscito il nome del Borussia in abbinata con l’Atalanta, c’è una vocina che ripete all’infinito: si decide tutto a Reggio Emilia. Effettivamente, giocare la gara di ritorno al Mapei Stadium è un grande vantaggio per i nerazzurri e non si tratta solo di una sfumatura di passione di quelle che si usano per colorare un po’ pezzi come questo. Tutte balle. Il fortino di Reggio Emilia esalta i giocatori perché la gente è appiccicata al campo. Avete notato che rispetto a quando si gioca a Bergamo la squadra attacca subito sotto i nostri tifosi? Da quella parte abbiamo sempre fatto gol. La gara andrà ben ponderata sui 180' minuti, l’obiettivo primario è quello di uscire dal Westfalen Stadium con un risultato che tenga aperto ogni discorso anche in vista del ritorno e se questo accadrà bisogna prepararsi tutti ad una notte leggendaria. Bergamo il 22 febbraio si trasferirà in massa a Reggio Emilia per spingere l’Atalanta verso un traguardo che si fatica perfino a nominare. La verità è che anche noi abbiamo un po’ di timore che prima o poi i big del Borussia tornino a fare il loro mestiere, però siamo sicuri che da Masiello a Gomez, passando per tutti i giocatori del gruppo orobico, ci sarà una partecipazione e una carica agonistica che renderanno possibile anche l’impossibile. Perché se siamo tutti uniti magari perderemo lo stesso ma gli altri faranno una fatica bestiale: siamo bergamaschi e non conosciamo confine. Non dimenticatelo mai.

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