La curiosità

City-Chelsea, finale Champions miliardaria: impossibile per la Dea competere

I grandi colossi del calcio europeo spendono un sacco di soldi per raggiungere la prima finale (è il caso del City) dopo anni di delusioni

City-Chelsea, finale Champions miliardaria: impossibile per la Dea competere
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di Fabio Gennari

Si sono concluse ieri sera (5 maggio) le semifinali di Champions League. Dopo il Manchester City (2-0 al Paris Saint-Germain), è toccato al Chelsea raggiungere la finale di Istanbul del prossimo 29 maggio grazie al netto 2-0 rifilato al Real Madrid. L'accesso alla finale delle inglesi è meritato, soprattutto nelle sfide di ritorno non c'è stata storia, con Psg e Real che si sono dovute inchinare alle avversarie.

Ricordando che nelle due partecipazioni finora collezionate dall'Atalanta in Champions League i nerazzurri guidati da Gasperini hanno avuto l'onore e la fortuna di giocare contro tre delle quattro squadre arrivate alle semifinali di questa edizione, ci sono alcuni numeri che spiegano molto bene perché l'Atalanta può provare a sognare ma poi, quando si va verso la fase finale, i valori e gli investimenti vengono a galla.

Secondo quanto evidenziato da Sky, dall’avvento della nuova proprietà il City (anno 2008) ha investito in soli giocatori quasi due miliardi di euro (1,9 per la precisione). Avete letto bene: 2 miliardi di euro in 13 anni. I giocatori acquistati sono stati complessivamente 86. Nella stagione 2017/18 il City ha speso 317,5 milioni di euro, ma l'acquisto più costoso è stato De Bruyne, 76 milioni di euro nel 2015. Tutto questo ha portato il City alla sua prima finale di Champions League quest'anno.

Dall'altra parte ci sarà il Chelsea di Abramhovic. I Blues l'anno scorso hanno dovuto fare mercato a zero per via di alcune sanzioni, ma in questa stagione hanno recuperato con gli interessi mettendo in fila acquisti (al netto degli stipendi) per oltre 250 milioni di euro.

La piccola grande Atalanta, contro questi colossi non può di certo competere. Ma è chiaro che già arrivare a combattere, con le proprie armi e la propria dimensione, rappresenta motivo di grande orgoglio per tutto il popolo atalantino.

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