Compleanno su Radio Serie A per l'Atalanta: ecco le parole di Luca Percassi
L'amministratore delegato della Dea ha festeggiato i 117 anni della società bergamasca con un'intervista rilasciata a Marco Bellinazzo
di Fabio Gennari
Diversi concetti, per chi abita a Bergamo e provincia e conosce a memoria la storia recente della Dea, possono sembrare ripetuti e ripetitivi. Considerando che la lunga chiacchierata con Marco Bellinazzo su Radio Serie A è stata preziosa per ribadire, su scala nazionale, cosa è stata e cosa sarà l'Atalanta, invece, si capisce molto bene perché l'ospitata di ieri (17 ottobre) di Luca Percassi, amministratore delegato dei nerazzurri, sia stata importante per il mondo nerazzurro e il calcio italiano.
Alcuni passaggi dell'intervista sono tanto chiari quanto importanti. «Nel finale della stagione 2009-2010, l’Atalanta retrocesse in Serie B - ha ricordato l'ad parlando del ritorno al timone della sua famiglia nell'estate 2010 -. In quel momento c’era bisogno di dare una mano a questa società dopo un importantissimo lavoro fatto dalla famiglia Ruggeri e si riaprì la grande opportunità per mio padre di tornare a fare il presidente dell'Atalanta. Per lui era il sogno di una vita. Sapevamo a cosa saremmo andati incontro riprendendo il club, un club a cui una città intera fa riferimento; in quel momento gli occhi di mio papà valsero più di mille parole e allora, come famiglia e come figli, ci guardammo e capimmo che era giusto far seguire il sogno a nostro padre».
Identità e aspettative
«Da primo tifoso dell’Atalanta, mio papà Antonio ne è una guida. Lui rappresenta il primo tifoso e tutti i giorni ricorda che Bergamo rappresenta l’Atalanta e l’Atalanta rappresenta Bergamo. Il senso di appartenenza che c’è a Bergamo ci rende orgogliosi e responsabili. Tutti i bambini tifano Atalanta. A ogni neonato, decise di regalare una tutina dell’Atalanta: lui lo fece per omaggiare le neo famiglie di un qualcosa che li legasse alla squadra fin da piccoli. Le aspettative dei tifosi sono da gestire, noi cerchiamo di ricordare sempre chi siamo. È legittimo che quando si raggiungono dei risultati le aspettative si alzino. Per noi l’obiettivo è cercare, con tante difficoltà, di mantenere degli equilibri che garantiscono il futuro della società».
Il sodalizio con Pagliuca
«L'obiettivo di mio papà e dei Pagliuca è quello di avere una società sana. Cerchiamo di investire e di non tirarci mai indietro, sul mercato anche quest’anno abbiamo speso più di 130 milioni e con lo stadio è stata la stessa cosa. Tony D'Amico, dopo l’infortunio di Scamacca, è stato eccezionale e si è dimostrato in grado di saper trovare un sostituto in tempi record, abbiamo perso il centravanti della Nazionale ma siamo riusciti subito a sostituirlo con un attaccante che ci sta dando grandissime soddisfazioni».
Lo stadio
«È stato il sogno nel sogno, per mio papà e per tutti noi, perché c’è un profondo senso di riconoscenza verso Bergamo e i bergamaschi, che meritavano una casa all’altezza della città, della comunità e dell’amore che dispensano nei confronti della squadra. Lo stesso principio vale per l’attenzione e la cura che abbiamo verso il nostro settore giovanile, che è il cuore pulsante del nostro club. Una grande gioia per tutti noi è accogliere nel nostro vivaio bambini e ragazzini del nostro territorio che arrivano a Zingonia già atalantini, segno che la nostra è una storia che si tramanda tanto quanto l’amore per i nostri colori che è un immenso patrimonio di cui andiamo orgogliosi»
un grazie e tanta riconoscenza al lavoro ed alla passione della Famiglia Percassi e a tutti i suoi collaboratori