L'editoriale di Jacobelli

Con il tridente della mitologica notte di Dublino, l’Atalanta ha fatto impazzire l’Eintracht

Strepitosa, devastante, di nuovo EuroAtalanta, ora addirittura piombata alle soglie della zona qualificazione diretta agli ottavi di finale di Champions

Con il tridente della mitologica notte di Dublino, l’Atalanta ha fatto impazzire l’Eintracht

di Xavier Jacobelli

Strepitosa, devastante, di nuovo EuroAtalanta, ora addirittura piombata alle soglie della zona qualificazione diretta agli ottavi di finale appaiando a quota 10 Manchester City, Sporting, Borussia Dortmund e Chelsea, il 9 dicembre avversario a Bergamo.

Il 3-0 all’Eintracht, davanti a oltre 3.000 bergamaschi in delirio, l’ha detto chiaro: a Francoforte è rinata la vera Dea, la cui stagione riparte adesso sotto nuove certezze, alquanto corroboranti per risalire anche in campionato. Tre gol in 5 minuti, dopo due pali e una traversa, una sontuosa prova di qualità che ha schiantato i tedeschi, esaltando il tridente della mitologica notte di Dublino, finalmente ricomposto.

Lookman, Scamacca e De Ketelaere hanno fatto impazzire la difesa di Topmöller; Ederson ha timbrato il tabellino con un gol e una prova all’altezza della sua bravura. Palladino non poteva desiderare un debutto migliore in Champions League, trovando la conferma del campo al gioco offensivo che aveva chiesto alla squadra di sciorinare davanti ai 58 mila spettatori della Deutsche Bank Arena. Dei quali, 54.500 ammirevolmente mai domi nel sostenere la propria squadra, in una notte illuminata dal venticinquennale gemellaggio delle due tifoserie, protagoniste di un autentico spettacolo di entusiasmo e passione.

Carnesecchi ha ostentato la sicurezza che gli appartiene, pur non essendo mai stato chiamato a interventi di notevole difficoltà, il che la dice lunga sulla superiorità atalantina. Micidiale l’uno due in 120 secondi di Lookman, di nuovo sui livelli smaglianti che gli appartengono ed Ederson. Come un pugile suonato al centro del ring, l’Eintracht ha barcollato, prima di andare al tappeto, lungo disteso, sotto il colpo di De Ketelaere, un altro nerazzurro dominante, giustamente premiato quale migliore in campo.

La festa è stata completata dal ritorno in gioco di Kolasinac, che il 13 aprile scorso si era gravemente infortunato riportando la rottura del crociato corso. Ritrovando se stessa, la Dea ha riabbracciato anche il suo gladiatore bosniaco. «Dobbiamo ripartire dal secondo tempo di Napoli», aveva raccomandato Palladino ai suoi. L’hanno ascoltato. Eccome se l’hanno ascoltato.