Convocati ma mai in campo: i casi di Musso, de Roon e Koopmeiners fanno discutere
Quando un giocatore viaggia per ore e migliaia di chilometri e resta a guardare sono in due a restare fregati: la società e il ragazzo
di Fabio Gennari
Premessa: chiaramente i gruppi di calciatori che vengono convocati non coprono solo i titolari e le prime alternative. Servono uomini per coprire ogni esigenza possibile, ragazzi in grado di entrare in campo e fare la differenza quando i punti contano. Tutto vero, tutto importante e tutto assolutamente comprensibile nella logica dei commissari tecnici. Le scelte, tuttavia, non possono ignorare la realtà e allora c'è una domanda che viene spontanea e davvero diventa difficile trovare una risposta: perché chiamare un giocatore se già si pensa di non schierarlo mai?
Ci sono tre esempi tra i convocati atalantini che spiegano bene il concetto. Musso (Argentina), de Roon e Koopmeiners (Olanda) stanno chiudendo o hanno già chiuso la loro tornata di partite con zero minuti all'attivo. Il portiere sudamericano ha pure un bel viaggio intercontinentale da smaltire e sarà a Bergamo solo venerdì sera (15 ottobre) a tarda ora. È uno dei tre portieri chiamati da Scaloni ma gioca sempre Martinez e lui si gioca il posto da dodicesimo con Armani (River Plate). Se Martinez è sano, gli altri due stanno a guardare.
De Roon e Koopmeiners hanno guardato i compagni giocare sia in Lettonia che ieri sera (11 ottobre) a Rotterdam contro Gibilterra. Il numero 15 nerazzurro è finito addirittura in tribuna nella sfida finita 6-0 per gli Orange. Se fossero rimasti a Zingonia, Gasperini avrebbe potuto lavorare molto con loro e l'Olanda non avrebbe avuto grandi problemi visti gli avversari e le alternative a disposizione. Perché non succede praticamente mai che ci siano "attenzioni" anche per i club in un contesto di calendario così fitto?
La domanda probabilmente resterà senza risposta e si continueranno a vedere convocazioni in grande quantità con impieghi effettivi ben lontani dalle aspettative. I giocatori sono orgogliosi quando la propria Nazionale li convoca, ma è innegabile che per le squadre di club questo rappresenta un problema pesante. Ci sarà modo di trovare qualche soluzione oppure si andrà avanti così senza che nessuno se ne preoccupi?