Le cose belle (e quelle meno) della partita con il Cagliari

Le cose belle (e quelle meno) della partita con il Cagliari
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Minuto 94’. Cigarini sulla destra tenta il cross dopo un palleggio, palla stoppata. Il numero 21 riprende la palla, accarezza di destro un cross millimetrico al centro (come non aveva fatto per tutto il match) e mentre gli occhi dello lo stadio cercavano un piede nerazzurro pronto a tentare l’impossibile, ecco alzarsi in volo Mauricio Pinilla. Coordinazione perfetta, rovesciata acrobatica e stadio al manicomio. Sotto la Curva, un gol così, l’hanno segnato in passato giocatori che sono diventati idoli indiscussi come Cristiano Doni e Riccardo Zampagna.

Ridurre Atalanta-Cagliari all’episodio decisivo, però, rischia di essere deleterio. Certo, l’emozione e l’adrenalina accompagneranno questo lunedì di lavoro di tutti i tifosi rendendolo spettacolare, ma siccome i punti incamerati sono già un segno del passato, è bene analizzare la sfida allargando gli orizzonti agli altri 95 minuti e spiccioli. Ci sono tante cose belle, ma anche qualcosa di brutto.

Rovesciata e non solo. Il numero 51 della Dea ha fatto un gran gol, non c’è che dire. Ma quello che ha più impressionato è stata la prestazione offerta per tutta la gara. Nei primi minuti ha conquistato di forza quattro calci d’angolo, si è spesso fatto notare in aiuto ai centrocampisti e i suoi appoggi non sono mai stati banali. Si è vista più volte anche la giocata del cambio campo, Zappacosta ha ringraziato e l’Atalanta ha cambiato ritmo.

Nella ripresa, è venuto fuori di forza da alcuni contrasti e si è creato una bellissima occasione di sinistro su cui Brkic ha fatto un grande intervento. Sul colpo di testa di Stendardo, finito incredibilmente alto, è lui che spizza sul primo palo, in altre due occasioni a centro area si è fatto largo creando presupposti importanti. Di testa o di piede, è stato l’uomo più pericoloso.

La convivenza con Denis è però problematica. Se German rientra non riesce ad accorciare velocemente verso Pinilla, se Pinilla rientra perdiamo peso in area. Con Boakye nel finale, il numero 51 si è piazzato nella zona rossa della difesa cagliaritana ed è arrivato il gol. Nel finale di gara a Verona, è stato Gomez ad entrare per giocargli alle spalle: insomma, solo a Milano Denis ha dato segnali importanti, per il resto Pinilla appare come il titolare inamovibile cui aggrapparsi nelle prossime settimane.

Maxi e Carmona leader veri. Nel freddo pomeriggio vissuto al Comunale ci sono altri due sudamericani che meritano un applauso grande come una casa. Il primo è il più piccolo di tutti, ma ha dimostrato, con i fatti, di tenere alla maglia che indossa come forse in pochi si immaginavano. Nei giorni precedenti la partita, Maxi Moralez è stato in forte dubbio: un problema all’unghia dell’alluce gli ha dato parecchio fastidio, sembrava potesse addirittura giocare Gomez e, invece, grazie ad una infiltrazione, il piccolo numero 11 ce l’ha fatta e ha pure giocato una grande partita.

Il primo tempo è stato delizioso, questa volta forse si sono viste meno giocate decisive in fase conclusiva, ma il suo acume tattico è enorme e si vede anche in fase di ripiegamento. Il problema al piede lo ha condizionato con il passare dei minuti, ecco perché Colantuono lo ha tolto nella ripresa e, vista la situazione, anche la scelta del mister sembra logica.

Di Carmona abbiamo già detto nelle pagelle di ieri, ma tornare a sottolineare la sua prestazione è puro esercizio di fiducia. Incondizionata. Quando gioca come contro il Cagliari, Carmona è incredibile. Sarebbe titolare in 17-18 delle squadre di serie A: corre, lotta, si spinge in avanti (nel primo tempo di testa ha sfiorato la rete) e in fase di ripiegamento è sempre attento. La ripresa lo ha visto più volte lanciarsi in pressing da solo (una rimessa conquistata sotto la Creberg ha strappato applausi convinti) e, quando c’era da coprire le ripartenze, era il primo a farsi in quattro.

Mentre Cigarini passeggia, lui lotta nel silenzio e troppo spesso la sua prova non viene apprezzata. Chi vede le gare allo stadio, non può non restare impressionato dalla quantità del numero 17, dall’enorme spirito di abnegazione. Ed è un leader perché nel momento del gol ha fatto il milionesimo scatto del match per andare ad abbracciare il volto di Pinilla che aveva appena scritto una pagina splendida della storia atalantina: questo successo pesa tantissimo, il numero 51 non ha esultato per rispetto al Cagliari, ma si accorgerà presto (non appena riapriranno lo stadio a tutti) di quanto Bergamo ama e apprezza certi uomini piuttosto di certi calciatori.

Cigarini, Denis e Colantuono. In mezzo a tanti sorrisi (l’ennesimo miracolo di Sportiello, la grande prova di Bellini, il bel gol di Biava e l’ottimo esordio di Emanuelson meritano certamente menzione) ci sono anche due spine non indifferenti che tormentano Colantuono.

Cigarini è in uno stato veramente preoccupante. L’assist per Pinilla ha portato il suo voto in pagella dal 4,5 al 5, ma la sostanza non cambia: è impensabile che Carmona corra per 3 e da solo affronti il centrocampo avversario. Cigarini non cambia marcia, trotterella e perde pure palloni incredibili come quello che ha portato al palo esterno di Joao Pedro.

Oggi il numero 21 volerà a Barcellona con Estigarribia e Raimondi  per un controllo al ginocchio che gli sta creando qualche problema però le non perfette condizioni fisiche non possono essere una spiegazione plausibile: tra leader e chi prova ad essere leader la differenza è nei comportamenti in campo e nello spirito che si vede durante le giocate. Purtroppo, in questo momento, manca terribilmente il fondamentale apporto di Cigarini all’Atalanta. E si fa fatica a sviluppare una manovra decente.

German Denis ha segnato a Milano, ma sia a Verona che con il Cagliari è sembrato in fase calante. Totalmente spento. Al gol di Pinilla non si è visto scattare in campo come ad esempio ha fatto Scaloni, al momento del cambio il suo sguardo era un programma: è troppo intelligente per non capire che in questo momento non è in grado di giocare dal primo minuto e passa solo da lui la possibile rinascita in questi ultimi mesi di campionato.

Colantuono, in attesa della chiusura del mercato, ha l’imbarazzo della scelta in tutti i reparti. Dietro l’esclusione di Benalouane è meramente tecnica, al francese è stato detto che sarà alternativa al centro e, anche se è incredibile non vederlo titolare con Biava, la realtà di oggi dice che la prima scelta è Stendardo. Emanuelson è da gestire bene soprattutto per la fase difensiva, Gomez è in crescita e pure Baselli va ponderato bene in alternanza con Cigarini.

Qualcuno dice che il mister ha solo fortuna, non è certamente un difetto, ma sperando sempre in un gioco più divertente ora l’unica cosa che conta sono i punti che mancano a quota 40: la matematica dice 17, probabilmente bastano 4 vittorie e qualche pareggio sparso per stare tranquilli. Conquistiamoli e a fine stagione si facciano tutti i ragionamenti del caso. A 360 gradi, su giocatori e guida tecnica.

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