L'intervista a de Roon di Tuttosport: «Mi mancano i compagni, ma soprattutto la libertà»
Belle parole del centrocampista nerazzurro al quotidiano torinese diretto da Xavier Jacobelli, tra quarantena, famiglia e il ritorno sui campi da gioco

di Fabio Gennari
Preciso, disponibile, attento a usare le parole migliori per esprimere ogni concetto, mai banale. Marten de Roon, centrocampista olandese dell'Atalanta, ha rilasciato una bella intervista a Tuttosport sottolineando concetti che possono sembrare scontati ma non lo sono affatto. «Speriamo di tornare a giocare e allenarci il più presto possibile, ma quello che conta davvero è la salute: viene prima di tutto. A Bergamo ora le cose vanno meglio dopo giorni davvero difficili. Aspettiamo le decisioni, con pazienza».
In questi giorni di isolamento, de Roon è papà prima ancora che calciatore e anche con le sue figlie, insieme alla moglie Ricarda, si dimostra una persona speciale. «Le giornate sono piene, solitamente il mattino è dedicato alla scuola e ai compiti, poi cerchiamo anche di stare in giardino un paio d’ore al giorno. Bisogna essere creativi e pensare a tanti giochi con le bambine, intanto mi alleno per stare in forma. Abbiamo spiegato alle due più grandi, Evie e Lynn-Sophie (Bo è ancora piccola), che c’è un pericolo se si esce e quindi è meglio stare a casa. È importante che capiscano che si devono rispettare le regole».
In campo è grintoso e sempre pronto ad aiutare i compagni, ma in questo momento le sue emozioni sono concentrate su altro. «Pochi giorni fa il sindaco Gori ha scritto un messaggio che mi ha toccato: “Abbiamo perso una generazione intera, uomini e donne nati negli anni ’30 o ’40 che hanno vissuto la guerra”. Mi ha colpito, ci sono stati migliaia di morti e in tantissimi della stessa età. Penso a chi ha perso un nonno, una nonna, un suo caro, e sono molto triste. Da casa osservo Bergamo e vedo una città vuota. Di solito sulle Mura era sempre pieno di turisti e bergamaschi a passeggio. Adesso non si vede nessuno. Verso Città Bassa si nota qualche macchina, qualcuno passa a piedi, ma sono davvero pochi: normalmente si vedono migliaia di persone al giorno, ora sono tutti a casa».
Da ragazzo intelligente e uomo di mondo, Marten de Roon guarda però già al futuro e per quando tutto sarà finito la parola d'ordine è solo una: libertà. «Appena sarà tutto passato, cosa farò per prima cosa? Prenderò un caffè al bar con mia moglie e le bambine. Poi andremo al parco, poi a camminare in Città Alta. Tutte cose davvero molto semplici ma che significano libertà: per me questo è tutto».