De Roon ai microfoni di Dazn: «Spero di poter chiudere la mia carriera a Bergamo»
Il numero 15 ha parlato del suo futuro con l'emittente sportiva e ha confermato che non vuole andar e via dall'Atalanta
di Fabio Gennari
«Non sono più un ragazzino (ride, ndr). A fine mese saranno 31, ma qui sto benissimo: sto crescendo e speriamo che possa chiudere la carriera a Bergamo. Secondo me, non ci saranno problemi». Con queste parole, il centrocampista della Dea Marten de Roon ha commentato in esclusiva ai microfoni di Dazn il momento che vive con l'Atalanta e le sue aspettative per il futuro. Dopo il rinnovo di contratto avvenuto pochi mesi fa, il classe 1991 olandese è consapevole della sua crescita e dell'importanza per il Gasp.
«La sua mentalità - dice a proposito del mister di Grugliasco - fa la differenza, conosce solo la vittoria. Non esiste il 90-95 per cento, ma solo il cento per cento, sia in gara sia in allenamento. Lui ha fatto la differenza con tanti giocatori, che grazie a lui sono migliorati oppure hanno avuto la possibilità di andare altrove. Gioca sempre in maniera offensiva e lo ringrazio: mi ha fatto crescere». Non male per un ragazzo che ha avuto la fortuna di lavorare con uno tecnico come Van Basten, che in Olanda è un autentico mito.
«Mi ha dato tanto - dice de Roon dell'ex fuoriclasse olandese -. Una persona bravissima, parlavamo spesso. All'inizio giocavo poco, poi mi ha dato sempre più fiducia, anche la fascia da capitano che per un 23enne voleva dire tanto. Mi diceva: "Sei uno che parla in campo, sei un leader"». Tra gli allenatori più importanti della sua carriera, tuttavia, de Roon ne cita un altro che è stato importante in un particolare momento della carriera. «Io mi sono infortunato a Feyenoord, ho fatto molta fatica, quasi volevo smettere di giocare nel calcio professionistico, volevo andare dove giocavano i miei amici. Ma poi ho incontrato lui: Arjan Van Der Laan. Lui mi ha ridato la fiducia, ho giocato sempre con lui, lui mi ha dato tanto, sono diventato capitano, mi parlava sempre e mi ha aiutato. Anche lui ha giocato a pallone, era centrocampista...».
Quello che piace di più al pubblico di de Roon è però la dimensione umana. Quando parla della sua famiglia, la prospettiva cambia completamente. «Ho tre femminucce, sono tutte e tre legate a me. Sono un papà che scherza e che gioca, mi dicono sempre che sono po' matto e hanno ragione. La mamma è un po’ più seria. Mia moglie dice che a casa sono pigro, ma sono disponibile ad aiutare, soprattutto con le bambine. Anche se lei fa molto, molto di più! In Olanda sono cresciuto in modo sereno, con due sorelle, papà e mamma. I miei genitori hanno fatto sacrifici perché venivano sempre con me, hanno fatto un po’ fatica forse, ma mi hanno sempre supportato. Sono sempre in contatto con la mia famiglia che è in Olanda, soprattutto negli ultimi due anni in cui abbiamo fatto fatica a viaggiare, alla fine con la tecnologia rimani in contatto».