Possiamo girarci attorno, possiamo dire che il cammino è ancora lungo e che nulla finisce questa sera (30 settembre). Però ci sono partite che pesano più di altre, confronti in cui il risultato viene prima di qualsiasi altra cosa. Certo, la prestazione è importante, anche perché l’Atalanta ci ha insegnato negli anni che è il modo migliore che conosce per raggiungere il successo, ma, in questo momento, contro il Club Brugge conta soprattutto vincere. Siamo in Champions League, in una corsa a otto tappe e una è già andata: la seconda non va fallita.
Il cammino nella fase campionato della massima competizione europea è di semplice lettura: bisogna arrivare a 11-12 punti per entrare nelle 24 che passano il turno. Servono quinti almeno tre vittorie e qualche pareggio, meglio ancora quattro successi.
Dato che le gare non sono tutte uguali e non trovi sempre davanti a te i migliori del mondo (come successo nella prima sfida contro il Psg), bisogna prendere la palla al balzo e cercare di superare le squadre che sono alla tua portata. O quantomeno contro cui puoi giocartela a visto aperto, convinto di avere qualche argomento migliore dell’avversario.
Il Club Brugge è una buonissima squadra, ha dei valori, ma anche dei difetti. Come l’Atalanta. Loro hanno “solo” tre assenze, mentre i nerazzurri ben sei (tutti potenziali titolari: Hien, Scalvini, Kolasinac, Zalewski, De Ketelaere e Scamacca, oltre a Bakker), ma qui conta chi c’è e quello che saprà fare. Come, quando e quanto viene dopo. Scusate esteti del calcio e appassionati del bel gioco: questa sera potremo anche parlare di come avrà giocato la Dea o meno, però il risultato viene prima di tutto. I 3 punti sono davvero troppo, troppo importanti.