Papu, Pinilla, D'Alessandro I tre tenori scaldano la voce

Papu, Pinilla, D'Alessandro I tre tenori scaldano la voce
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Il numero 10, da sempre, è quello che decide le gare. È l'uomo che rompe gli schemi, cerca la giocata per cambiare la storia di una partita e non si lascia mai condizionare dalla paura di sbagliare. Rischia, ci prova e spesso ci riesce. Il numero 9, inteso come centravanti classico, è possente. Aspetta il pallone in area per fare gol ma lavora anche per dare respiro alla squadra nei momenti difficili. Il numero 7 è laggiù in fondo, sempre con i piedi sulla riga laterale per sfruttare tutto il campo a disposizione, inserirsi dal fianco e arrivare dritto al cuore delle difese avversarie. Sembra la visione romantica di un tifoso che immagina la sua squadra, e invece è la cruda realtà di ogni giorno per chi prepara le partite. Certo, il portiere che para e i difensori che non lasciano passare uno spillo sono importanti come il direttore d'orchestra di centrocampo, ma diciamolo: spettacolo ed emozioni arrivano da chi gioca in attacco. E l'Atalanta, i tre moschettieri titolari, li ha già belli pronti.

 

Papu Gomez (Atalanta-Chievo amichevole)

 

Papu Gomez, 165 cm di fantasia. Nel 4-3-3 della Dea l'attacco è forse la zona che ha più interpreti giusti al posto giusto. Il numero 10 è Alejandro Papu Gomez, il fantasista argentino ha fatto una grandissima preparazione e anche sabato 8 agosto a Ponte San Pietro contro il Chievo ha messo in campo ottimi colpi. Il suo gol dopo due minuti è stato un concentrato di potenza e fantasia, ci vuole sicuramente anche una grande tecnica ma riguardatelo bene: girarsi e cercare la porta in quella situazione superando il portiere con una simile frustata è da campione. Reja ha cucito addosso alla squadra un 4-3-3 che promette molto bene, i movimenti sono stati provati e riprovati ma certi schieramenti li puoi mettere in campo se hai gli interpreti giusti. E in questo Gomez è perfetto: ha iniziato la preparazione in anticipo e ora si sente benissimo. Punta l'uomo, cerca spesso la giocata e può pensare solo a come scardinare le difese avversarie. Quel 10 sulle spalle non è un azzardo ma una investitura: dopo la travagliata stagione vissuta l'anno scorso, l'Atalanta gli chiede di essere decisivo. E lui lo sarà.

 

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Pinilla, le rovesciate e le tante certezze. Il centravanti della Dea sarà Mauricio Pinilla. Con lui e Denis prima alternativa (la Sampdoria non ha mai chiesto il Tanque e non si muoverà a meno di cataclismi) il ruolo di prima punta è coperto alla grande. Del cileno, dalla scorsa stagione, tutti si sono affezionati alle rovesciate spettacolari, è giusto perchè il calcio è un piacere ma chi segue attentamente le partite non può ignorare che, tatticamente parlando, Pinilla è l'unico centravanti vero della rosa. Forte fisicamente, cattivo sulla palla e mai domo, l'ex-Cagliari ha bisogno di essere al top ma riesce ad alternare con grande naturalezza la sponda verso i centrocampisti spalle alla porta con la presenza in fase di finalizzazione. Quei 35-40 metri di campo che decidono le partite sa coprirli da vero rapace, è "matto" al punto giusto da cercare le acrobazie anche nelle condizioni più difficili. Qualcuno ha dubbi sulla tenuta atletica, Reja ha dichiarato che lo ha ritrovato molto avanti nella preparazione e che già in Coppa Italia con il Cittadella giocherà. Bene, molto bene: servono i suoi gol per partire forte.

 

D'Alessandro in azione amichevole

 

D'Alessandro, a fari spenti sulla fascia. Di lui si parla troppo poco. Eppure per deciderne l'acquisto si sono mossi tutti i dirigenti su un aereo privato: era verso la fine del campionato di Serie B 2013/2014, a Cesena si giocavano i play-off per salire in A e lui furoreggiava sulla fascia seminando avversari e servendo i compagni al centro. Oggi Marco D'Alessandro vive un periodo stupendo: è diventato papà da pochi mesi di Mattia e ha lavorato alla grande in ritiro per migliorarsi negli ultimi 20 metri. Di lui si parla forse troppo poco eppure è il classico giocatore da Atalanta. Giovane, talentuoso, umile, votato al sacrificio e con una gran voglia di arrivare. Partirà titolare nel 4-3-3, in Serie A non gli era mai capitato di essere la prima scelta: l'occasione, adesso, è molto ghiotta. Anche per lui, le settimane in Valle Seriana sono trascorse senza alcun intoppo e si aspetta molto soprattutto nella fase finale delle azioni. Con quei calzettoni al polpaccio e la gambe sempre in movimento, Marco da Roma ha una voglia matta di spaccare la Serie A.

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