Destini incrociati sulla strada che va da Bergamo a Bologna

Destini incrociati sulla strada che va da Bergamo a Bologna
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Uno sembrava fatto e invece non è mai arrivato, l’altro da Città Alta è passato ma non ha lasciato nessun segno e l’ultimo, che è pure il più anziano, sembrava potesse arrivare a Bergamo per completare l’attacco ma alla fine la Dea ha scelto strade diverse. Allenatore a parte, ci sono almeno tre giocatori nella rosa del Bologna che in qualche modo hanno un pezzo della loro storia recente che rimanda all’Atalanta. Ma, a ben guardare, i nerazzurri non si sono persi nulla.

 

 

Cesar Falletti, il folletto della Ternana. L’estate scorsa, ad un certo punto, sembrava fatta per il passaggio a Bergamo del piccolo fantasista uruguaiano Cesar Falletti dalla Ternana alla Dea. Il centrocampista offensivo classe 1992 è un calciatore minuto (170 cm per 65 kg) originario di Artigas (Uruguay) che può giocare da trequartista così come da attaccante esterno. L’Atalanta l’anno scorso l’ha seguito come fa con tutti i giocatori più interessanti della serie cadetta, ma le 7 reti in 40 presenze con la maglia degli umbri non sono bastate per convincere i dirigenti nerazzurri ad affondare il colpo. Reduce da un infortunio al ginocchio ad inizio stagione (è stato fuori per due mesi), Falletti ha fatto il suo esordio in Serie A con la maglia del Bologna contro la Lazio il 25 ottobre scorso (21' minuti nel 2-1 per i capitolini) e finora ha collezionato dieci presenze e un gol, segnato il 24 febbraio nel finale della partita interna con il Genoa. Curiosamente, Donadoni lo ha utilizzato solo una volta dal primo minuto nel ruolo di attaccante esterno, cercando poi di sfruttare le sue caratteristiche e la sua rapidità soprattutto a gara in corso in quasi tutti i ruoli di centrocampo e attacco.

 

 

Riccardo Orsolini, nessun segno lasciato a Bergamo. Rispetto a Falletti, il giovane di Ascoli Piceno, Riccardo Orsolini, la maglia della Dea l’ha indossata per davvero. Dopo un’ottima stagione con la maglia bianconera (41 presenze, 8 gol e 6 assist), il ragazzo classe 1997 ha conquistato il titolo di miglior marcatore ai Mondiali Under 20 disputati in Corea e la Juventus (proprietaria del cartellino) ha deciso di girarlo in prestito biennale all’Atalanta per farlo maturare. Orsolini è un attaccante esterno che può giocare sia a destra che a sinistra e fin dai primi allenamenti a Rovetta il tecnico Gasperini ha provato a lavorare su di lui per farlo crescere, ma nel 3-4-1-2 nerazzurro il fiore marchigiano non è mai sbocciato. L’esordio in campionato arrivò sul campo di Verona con il Chievo il 17 settembre 2017, la prestazione fu positiva e il numero 7 si conquistò anche il rigore del pareggio firmato poi da Gomez, ma a parte un gol annullato con il Crotone e un bel sinistro a giro in Europa League sul campo di Nicosia, di lui ci si ricorda solo il palo colpito con il Sassuolo in Coppa Italia nelle dieci presenze complessive collezionate. Spinto dall’agente Di Campli, Orsolini a gennaio è passato al Bologna per trovare più minutaggio ma finora in cinque partite ha giocato solo 100’ minuti.

 

 

Rodrigo Palacio, la punta di scorta mai arrivata. Il suo nome, nell’agosto scorso, era circolato tra le alternative al ruolo di punta centrale da mettere a disposizione del tecnico Gasperini. Secondo alcune indiscrezioni, Rodrigo Palacio piaceva molto al mister nerazzurro che lo aveva già allenato a Genova, ma alla fine il classe 1982 argentino di Bahìa Bianca a Bergamo non ci è mai arrivato e, forse, la politica sui giovani della società nerazzurra è il motivo di questo matrimonio mancato: in attacco, per fare davvero il salto di qualità, serve altro da aggiungere ai vari Petagna, Cornelius e Vido. Con la maglia del Bologna, Palacio ha finora collezionato 19 presenze e 4 assist; a parte una giornata saltata per somma di ammonizioni, il centravanti numero 24 è partito da titolare 16 volte su 19 ma il grande dubbio sulle sue condizioni atletiche dopo l’esperienza all’Inter in cui ha giocato pochissimo si è concretizzato con uno stiramento, una contrattura e altri problemi muscolari che anche in queste ultime settimane lo hanno tenuto spesso fuori dalle rotazioni del tecnico Donadoni. Le sue qualità non si discutono e magari avrebbe anche potuto dare una mano, ma di certo siamo di fronte a un atleta sul viale del tramonto su cui l’Atalanta ha deciso comprensibilmente di non investire.

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