Dettaglio decisivo: tornare in Champions è importante soprattutto sul piano tecnico
Più si va avanti in coppa e e più si capisce il livello delle squadre top che partecipano. Tutti i giocatori vogliono esserci, come l'Atalanta

di Fabio Gennari
Guardando i primi due quarti di finale di Champions League e sottolineando come, tra le migliori otto squadre d'Europa, ce ne siano tre contro cui l'Atalanta ha fatto una splendida figura (Real Madrid, Arsenal e Barcellona), c'è un dettaglio importante da sottolineare pensando al futuro nelle coppe della Dea: partecipare alla prossima Champions significa garantirsi un futuro tecnico ad alti, altissimi livelli. Perché i giocatori più forti vogliono prendere parte alle manifestazioni più importanti.
Qualificarsi ancora al primo torneo continentale per club, manifestazione già onorata quest'anno con il nono posto nella fase a "campionato" prima della brutta eliminazione contro il Bruges, significherebbe per l'Atalanta confermarsi ai vertici del calcio europeo, partire sul mercato con ulteriori 50-60 milioni di premi e, soprattutto, avere argomenti importanti per convincere nuovi giocatori a venire o quelli forti già in rosa a restare. Ok, ci sono i contratti, ma motivazioni e ambizioni volano in alto, molto in alto.
Da questo punto di vista, i primi a voler mantenere un posto in campionato che vale l'accesso in Champions non possono che essere i giocatori.
Il ragionamento è semplice: se mi confermo in una delle prime quattro posizioni, mi qualifico e l'anno prossimo possono puntare nuovamente a giocarmela da punto di riferimento. Se vado altrove, non è detto che questa condizione di privilegio venga confermata. Certo, per meritarsela bisogna fare di più. Restano sette partite per mettere in pratica questa teoria.