Contro la Juventus, nel Trofeo Bortolotti, non ha giocato. Contro il Pisa, nella prima di campionato, non ha giocato. Una ventina di minuti a Parma, nulla a Parigi e ancora nulla contro il Lecce. Nel mentre, Bernasconi ha esordito in Champions e in Serie A, Zalewski appena arrivato ha subito giocato e convinto e Bellanova è diventato un intoccabile. In tutto questo, il merco è stato aperto e, nonostante le 33 primavere sulle spalle, è probabile che qualcuno ci abbia fatto un pensierino…
Poi, però, le cose cono cambiate. Dal Torino in avanti, Davide Zappacosta è tornato a fare quello che gli abbiamo sempre visto fare: ha piazzato un assist per Sulemana, ha giocato buonissime gare e ora, alla sosta di ottobre e con due compagni di ruolo in infermeria, rappresenta forse l’unica vera, grande certezza.
Diventato papà da pochi mesi, il numero 77 della Dea ha tenuto duro e dopo tanto lavoro nel chiuso di Zingonia si è ripreso il palcoscenico. Chiaro che non potrà giocarle tutte, ma, visto quanto è affidabile, giusto pensare che ne giocherà tante.
Zappacosta è adesso entrato in una fase della carriera in cui la qualità pesa più della quantità. Quella qualità che comunque, a Bergamo, abbiamo spesso visto: complessivamente, sono 190 le sue presenze con la Dea, condite da 16 gol e 25 assist. Mica poco per un terzino che gioca da ala ed era nato trequartista. Dove lo metti, lui risponde presente. Come sempre. Per questo merita applausi.