Tanti auguri all'Atalanta che... un giorno vincerà lo scudetto

Tanti auguri all'Atalanta che... un giorno vincerà lo scudetto
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«Bepo, giovedì compie gli anni l’Atalanta. Però io rischio di scrivere le solite cose. E allora mi serve una mano da te: Tanti auguri alla Dea, firmati dal Bepo. San diset? (cosa dici?)».

Davanti al caffè delle 7.15 di un semplice lunedì mattina il Bepo strabuzza gli occhi. Non si aspettava una richiesta del genere e forse non sa nemmeno cosa rispondere. Però alza subito lo sguardo e risponde fiero che non ci sono problemi.

«Fabio, mi onori. Però facciamo due cose semplici».

«Dimmi Bepo, ti ascolto».

«Prima di tutto, niente filtri: faccio dieci auguri alla Dea a modo mio. Fìdes (fidati)».

«Ok, e la seconda?».

«L’ultimo augurio non tagliarlo e non cambiarlo. Altrimenti la prosima olta ol cafè tal strèeche adòss (la prossima volta il caffè te lo rovescio addosso). Intesi?».

«Promesso Bepo. Vai pure».

«1) Tanti auguri all’Atalanta perché in 112 anni di storia nessuno ha mai visto tanta bellezza. E quando sei di fronte a tanta bellezza hai solo una cosa da fare. Ammirarla».

Fabio: «Quanta verità amico mio, quanta fortuna che abbiamo a vivere tutto questo».

«2) Tanti auguri all’Atalanta perché l’ultima cosa che conta è il risultato. E se intorno alla maglia della Dea c’è un amore così grande nonostante una Coppa Italia vecchia di 56 anni come unico trofeo, significa che le radici sono ben piantate nel terreno della passione e non vivono di spruzzate di milioni».

Fabio: «Avanti Bepo, niente da aggiungere».

«3) Tanti auguri all’Atalanta perché è uno dei pochissimi esempi di come una passione possa fungere da formidabile aggregatore sociale. Am va a l’Atalanta tocc (andiamo all'Atalanta tutti): operai e medici, avvocati e panettieri, commesse, disoccupati e studenti. Quei 90 minuti fermano tutto e azzerano le distanze. A Bergamo come non capita da nessuna parte».

«4) Tanti auguri all’Atalanta perché solo chi tiene all’Atalanta capisce davvero fino in fondo cosa è l’Atalanta».

Fabio: «Bepo, sembra una frase fatta ma non è altro che la verità. Il popolo della Dea è un fenomeno da studiare. Tocc macc de menà via (tutti matti da ricoverare). Una splendida follia pallonara che buca un sacco di cuori».

«5) Tanti auguri all’Atalanta perché gli uomini vengono prima dei personaggi. Perché le storie che si scrivono sono racconti di cronaca e non favolette. Perché uno come Gasperini e uno come il presidente Percassi ci mettono pochi minuti a capirsi e sono la nostra polizza sul futuro».

 

 

«6) Tanti auguri all’Atalanta perché il meglio deve ancora venire. Con lo stadio che adesso è un cantiere lanciatissimo e la società che è sana come un pesce non si può che guardare avanti con fiducia».

Fabio: «Bepo, gareggiamo in un campionato dove sono in pochi ad essere così virtuosi e sani come noi. Siamo la mela buona in mezzo ad un sacco di mele marce...».

«7) Tanti auguri all’Atalanta perché i segnali più importanti sono arrivati dalle sconfitte. A ens i è bu tocc, ma quanda ta ciapet i papine söl mus (di vincere sono capaci tutti, ma quando le prendi) allora è forte davvero chi reagisce. E noi reagiamo, sempre».

«8) Tanti auguri all’Atalanta e a tutti i suoi giocatori. Perché se Gasperini fosse da solo a urlare dalla panchina e in campo non ci fossero undici indemoniati pronti a seguire alla lettera i suoi dettami, tutto questo non sarebbe possibile».

«9) Tanti auguri all’Atalanta perché oggi godiamo della grande bellezza ma se ci voltiamo vediamo subito le facce di chi è volato in cielo e non ha fatto in tempo a vivere gli anni d’oro della Dea. Ne abbiamo in ogni casa. A loro, a tutti loro va il pensiero più grande».

Fabio: «Bepo, siamo a nove: vai con l’ultimo. Prometto che non toccherò nemmeno una virgola di quello che dirai ma una promessa me la fai?».

«Dimmi giornalista, am proa (proviamo)...».

Fabio: «Ci sarà sempre un prima e un dopo, per ogni partita che giocheremo. Te hai qualche capello in bianco più di me e lo sai, vero?».

«10) Tanti auguri all’Atalanta che un giorno vincerà lo Scudetto. Non sappiamo quando, non sappiamo dove ma sappiamo che prima o poi accadrà. Ce lo meritiamo, se lo merita un popolo che non conosce sconfitta e non celebra troppo la vittoria. Siamo noi, bergamaschi con la testa dura che per la Dea abbiamo pure pianto».

Fabio: «Di gioia Bepo, con il cuore che scoppia perché è sempre stato così. E sarà sempre così. Tanti auguri all’Atalanta!».

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