Difficile parlare di calcio pensando ad Atalanta-Lecce: gli avversari hanno la testa altrove

di Fabio Gennari

Per chi, come noi, cerca ogni giorno di trovare argomenti e sfumature per parlare di calcio, non è semplice scrivere di Atalanta in questo momento. C'è una partita da giocare ma non è ben chiaro quando si giocherà, più nelle intenzioni dell'avversario che nei programmi ufficiali. Magari si scenderà davvero in campo domani sera, forse davvero il Lecce non si presenterà o chissà cos'altro potrebbe succedere. Di fatto, già ora, sta accadendo qualcosa che incide in modo netto sulla partita e sui rispettivi percorsi: il Lecce ha la testa (giustamente e comprensibilmente) altrove.

L'Atalanta in questo momento si allena e prova a mettere nel mirino la partita ma i calciatori non sono robot ed è quindi normale che il pensiero a quello che stanno vivendo i colleghi avversari corra. Gli stessi tifosi della Dea sono colpiti da una situazione che, purtroppo, non è la prima volta che accade (un anno fa, il malore che ha colpito il dg della Fiorentina Joe Barone, è arrivato poco prima della partenza dei Viola verso lo stadio) e che sta mettendo in secondo piano la sfida. I Forever, gruppo che coordina il tifo in Sud, ha fatto sapere questa mattina che se si giocherà domenica sera non esporrà striscioni e non guiderà cori e sostegno durante la gara.

Una situazione davvero complicata, sul piano mentale e su quello sportivo. Che poi spesso vanno a braccetto, nei giocatori come nei tifosi. La Lega ha deciso per lo spostamento di 2 giorni, la tragedia è freschissima e inciderà senza dubbio su una squadra come quella giallorossa che era venuta in ritiro anticipato a Coccaglio, in provincia di Brescia, in cerca della massima concentrazione per una gara delicata vista la classifica che ora è diventata un dettaglio, un impiccio, dopo la tragedia che ha travolto il gruppo.