Basta un gol di Vlahovic al 4′ per regalare alla Juventus la Coppa Italia. Un solo gol, come tre anni fa, anche in quell’occasione contro l’Atalanta. Tanta amarezza per i nerazzurri, sugli spalti le lacrime di delusione scendono copiose.
Serviva di più all’Atalanta per svoltare questa partita, messasi subito male. La Dea ha iniziato contratta, con poco coraggio e poca pulizia tecnica, consentendo così alla Juventus di giocare nel modo che le è più congeniale. Il gol ha permesso ai bianconeri di chiudere il proprio fortino e ripartire, tattica in cui è maestra. Male i nerazzurri nei primi 45′.
Nella ripresa Gasp prova a cambiare qualcosa e la squadra pare rispondere, aggredendo più alta. La difesa piemontese resta però inespugnabile, con tutti i palloni buttati dentro respinti e Perin che, sostanzialmente, non deve mai intervenire. E la Juve va così vicinissima al raddoppio, ancora con Vlahovic, su cui è prodigioso de Roon. Nel ripiegamento, però, l’olandese resta a terra in lacrime e deve lasciare il campo: una tegola in una serata di per sé amarissima.
Sempre Vlahovic – ampiamente il migliore in campo – trova anche il raddoppio di testa, ma è il Var a tenere in vita i nerazzurri. Purtroppo inutilmente, perché l’assalto finale (con addirittura 9′ di recupero grazie a una sceneggiata di Allegri, espulso) non porta né pericoli né occasioni. Finisce dunque con la festa bianconera e i nerazzurri che torneranno a Bergamo ancora senza trofeo nazionale. Bisogna però girare subito pagina: tra una settimana c’è già un altro appuntamento con la storia.


